Quando, all’una e mezza di notte, si è finalmente conclusa la 70ª edizione dei David di Donatello, ho immaginato che in casa Rai potessero chiudere la serata con un comunicato stampa… in latino:

Gravi cum fastidio et verecundia palam facimus nos etiam hoc anno summo studio pessime perfecisse in praemiis Davidis Di Donatello.
(Con profondo fastidio e vergogna, rendiamo noto di aver fatto del nostro peggio anche quest’anno con i David di Donatello.)

Ogni anno lo spettatore appassionato di cinema spera in una cerimonia finalmente all’altezza. E ogni anno, puntualmente, viene smentito. L’edizione 2025 non ha fatto eccezione. Anzi, ha superato in peggio ogni aspettativa.

I David 70 sono stati lunghi, noiosi e, in diversi momenti, sinceramente imbarazzanti. Il tono generale era da sbadiglio, con picchi di disagio.

L’attesissima coppia Mika–Elena Sofia Ricci è apparsa fin da subito impacciata e poco affiatata. Lo sguardo fisso sul gobbo elettronico per tutta la serata ha reso ogni battuta forzata. A quel punto, sarebbe stato preferibile tenere in mano un copione. Un po’ di prove in più e qualche riga imparata a memoria non avrebbero guastato.

Lo sappiamo: le cerimonie di premiazione rischiano sempre di diventare indigeste. Tuttavia, la Rai è riuscita nell’impresa di trasformarla in una lunga agonia.

Tempi televisivi fuori controllo, gag forzate, stecche canore, gaffe in diretta e un senso generale di improvvisazione hanno segnato ogni momento. Come se non bastasse, la serata è partita in ritardo in attesa della fumata..nera del Conclave.

I discorsi di ringraziamento, nella maggior parte dei casi, sono stati lunghi, retorici e poco ispirati. Si salvano in pochi. Tra questi, la freschezza sincera e luminosa di Margherita Vicario e Tecla Insolia, salite sul palco con un entusiasmo che ha acceso, per un attimo, la sala.

Ma soprattutto il discorso secco, sentito e necessario di Francesca Mannocchi per Lirica Ucraina, che ha risvegliato una platea sonnolenta e distratta.

Col passare dei minuti, le sedie in platea si sono fatte sempre più vuote. Se quella vacante in Vaticano aveva un senso, qui era semplicemente imbarazzante.

Una fotografia impietosa che racconta la maleducazione diffusa di un certo cinema italiano, pronto ad applaudire solo se coinvolto. Paolo Sorrentino, intuito il magro risultato per Parthenope, ha scelto di non presentarsi. Almeno lui è stato coerente.

A trionfare è stato Vermiglio, che ha portato a casa 7 statuette. Ma anche Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, Gloria! e L’arte della gioia hanno lasciato il segno. Risultando avversari più che validi.

Le vittorie di Elio Germano e Valeria Bruni Tedeschi erano ampiamente annunciate. Un dazio da pagare.

I numeri dei David 70: tra vincitori, vinti e… sopravvissuti
Vermiglio di Maura Delpero trionfa con 7 statuette.  

Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta (4 premi)

Gloria! di Margherita Vicario (3 premi)

L’arte della gioia di Valeria Golino (3 premi)

Ecco la lista completa dei vincitori:

Miglior film:

Vermiglio

Regia:

Maura Delpero – Vermiglio

Miglior esordio :

Margherita Vicario – Gloria!

Sceneggiatura originale:

Maura Delpero – Vermiglio

Sceneggiatura non originale:

Golino, Marciano, Santella, Infascelli, Sardo – L’arte della gioia

Attrice protagonista:

Tecla Insolia – L’arte della gioia

Attore protagonista:

Elio Germano – Berlinguer – La grande ambizione

Attrice non protagonista:

Valeria Bruni Tedeschi – L’arte della gioia

Attore non protagonista:

Francesco Di Leva – La famiglia

Miglior fotografia:

Mikhail Krichman – Vermiglio

Miglior scenografia:

Tonino Zera – Le déluge

Migliori costumi:

Massimo Cantini Parrini – Le déluge

Miglior trucco:

Alessandra Vita – Le déluge

Migliore acconciatura:

Aldo Signoretti, Domingo Santoro – Le déluge

Miglior casting:

Stefania Rodà, Maurilio Mangano – Vermiglio

Miglior compositore:

Margherita Vicario, Davide Pavanello – Gloria!

Migliore canzone originale:

Aria! – Vicario, Pavanello, Roberts, Bonomo, Fazio – Gloria!

Miglior film internazionale:

Anora – Sean Baker

David dello spettatore:

Diamanti – Ferzan Özpetek

David alla carriera:

Pupi Avati

David speciale:

Ornella Muti, Timothée Chalamet

Premio speciale Cinecittà David 70:

Giuseppe Tornatore

Alla fine, tra vincitori, vinti e spettatori stremati. L’unica frase che ha messo tutti d’accordo è stata:

Extra omnes da Cinecittà!

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Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

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