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😎: Consigliato

Il Pappagallo Muto di Maurizio De Giovanni – Rizzoli, 237 pagine, €19,00 – Pubblicazione: 20 maggio 2025

Trama

Al parco, su una panchina, due vecchietti osservano i bambini che giocano.

Ma non sono due pensionati qualsiasi. Sono Sara Morozzi e Andrea Catapano, due ex agenti dei Servizi segreti italiani, richiamati all’improvviso per una missione fuori dai radar.

Il motivo? Una riunione ad altissimo livello, completamente schermata da ogni tecnologia. Per sapere cosa si dice, bisogna essere lì. Guardare, ascoltare. Capire. Solo che in quella stanza c’è qualcuno che non doveva essere visto. Qualcuno che non parla, ma decide. Che non si mostra, ma comanda. Quel qualcuno è il “pappagallo muto”.

Quando Andrea finisce in coma dopo un incidente sospetto, Sara e la sua squadra si ritrovano in una corsa contro il tempo, la morte, e un sistema che agisce nell’ombra.

Durante il coma, Andrea riceve da Tamburi – il capo di un tempo, ora solo memoria – l’ultima, decisiva informazione. E Sara dovrà capire cosa farne.

Recensione

Come si riconosce il potere, quello vero?

A volte non è chi grida, ma chi resta in silenzio a comandare davvero.

L’incipit del romanzo ce lo dice subito, attraverso un flashback.

Massimiliano Tamburi, il vecchio capo di Andrea, racconta una barzelletta.

C’è un pappagallo che non parla. Tutti pensano che sia inutile. Ma è proprio quello il punto: è il più prezioso di tutti, perché ascolta. E osserva.

Quello che non si dice, spesso, è molto più importante di quello che si sente.

Il senso del romanzo è tutto qui: nel non detto.

Il silenzio  copre il potere. Nel mistero di una presenza invisibile ma letale.

Il ritorno sulla scena di due ex agenti chiamati a fare il lavoro sporco alla vecchia maniera: guardare negli occhi.  Decifrare uno sguardo. Cogliere un gesto.

Il Pappagallo Muto è una nuova tappa –  forse decisiva – della saga di Sara Morozzi.

De Giovanni mescola noir, tensione politica e dramma familiare. Il risultato è un thriller sottile, costruito su un filo di lana che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.

La trama si muove tra presente e passato, tra l’operazione in corso e i ricordi che riaffiorano. E poi c’è quel sogno, quel dialogo sospeso tra Andrea in coma e Tamburi, che è uno dei momenti più forti e delicati del romanzo.

Chi è davvero il pappagallo muto? Perché incute così tanto timore?

De Giovanni non dà una risposta netta. Suggerisce. Fa intuire.

Sara capisce, ma non svela. E noi lettori restiamo lì, a domandarci se la verità sia meglio saperla o lasciarla nell’ombra.

Il romanzo funziona. Tiene il ritmo. È scritto con misura, con quella consapevolezza che non ha bisogno di urlare. Il cattivo, qui, non ha un volto. Ma si fa sentire in ogni pagina.

E la posta in gioco non è solo un’informazione segreta, ma la sopravvivenza stessa di una squadra che è ormai una famiglia.

Conclusione:

Il Pappagallo Muto è un thriller silenzioso, preciso, teso.

De Giovanni rilancia la saga di Sara Morozzi con un capitolo che lascia il segno.

E lo fa proprio come il suo protagonista invisibile: dicendo il minimo indispensabile. Ma colpendo nel punto giusto.

Dallo stesso autore : Sara al Tramonto

: Le parole di Sara incluso il racconto Sara che aspetta

: Una lettera per Sara

: Gli occhi di Sara

: Un volo per Sara

: Sorelle

 

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Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

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