Wicked Parte 2 è un film del 2025 diretto da Jon M. Chu, con Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jeff Goldblum, Michelle Yeoh, Jonathan Bailey, Ethan Slater, Marissa Bode, Peter Dinklage, Adam James
Trama
Un anno dopo la fuga di Elphaba, Oz è sempre più intrappolata nella propaganda del Mago (Jeff Goldblum) e della temibile Ministra della Stampa Madame Morrible (Michelle Yeoh). Glinda, ormai figura simbolo del regime, vede incrinarsi la fiducia nel potere che l’ha plasmata. Fiyero, più maturo e consapevole, cerca una strada propria mentre il mondo scivola verso il caos.
Tutti i fili narrativi convergono infine verso il mito di Dorothy, ma il collegamento — atteso, inevitabile — arriva in maniera meno fluida di quanto ci si aspetterebbe.

RECENSIONE
L’amaro disincanto: quando la fiducia diventa ingenuità
Un anno fa ci eravamo sbilanciati: Wicked – Parte Uno aveva mostrato potenziale, una regia dalle possibilità enormi e soprattutto una coppia scenica — Cynthia Erivo e Ariana Grande — capace di magnetizzare lo schermo.
Avevamo creduto (sì, anche un po’ ingenuamente) che la seconda parte avrebbe ampliato il mondo, alzato il tiro politico, acceso definitivamente la miccia.
Invece, Wicked – Parte Seconda dimostra che il budget può comprare scenografie, costumi, luci… ma non un cuore narrativo. L’epica promessa è sostituita da una lunga camminata in cerchio.

Due ore e sedici minuti di déjà-vu politico
La sceneggiatura, semplicemente, non avanza.
Il regime del Mago di Oz continua instancabilmente a demonizzare Elphaba attraverso una macchina di fake news e manipolazione: un tema attuale e potentissimo, ma qui ripetuto allo sfinimento.
Michelle Yeoh — attrice immensa, premio Oscar, icona vivente — è imprigionata in un ruolo che richiederebbe dinamismo, mentre resta statico. Una villain impeccabile nel look, meno nella scrittura.

Personaggi fermi, chimica azzerata
Il colpo più duro arriva dal cast, che nel primo film era stato il punto di forza emotivo.
Glinda (Ariana Grande)
Ariana appare trattenuta, limata, quasi frenata da una scrittura che le concede poco spazio di crescita. La sua trasformazione da pedina del potere a figura autonoma arriva tardi e senza il necessario impatto emotivo. Nonostante la cura estetica (innegabile), il personaggio resta più un simbolo che una persona.
Elphaba (Cynthia Erivo)
Erivo rimane potente, intensa, vocalmente devastante — ma la storia le mette addosso pochi veri conflitti nuovi. Il suo percorso sembra sospeso in una bolla, quasi un replay della prima parte.
Fiyero (Jonathan Bailey)
L’unico vero passo in avanti del film. Bailey porta spessore, conflitto, un’evoluzione credibile che lo rende paradossalmente l’unico personaggio a uscire davvero vincitore da questo sequel.
Nessarose (Marissa Bode)
Il suo arco emotivo aveva potenziale e peso drammaturgico, ma viene trattato come un’annotazione ai margini. La sottotrama resta incompiuta, come un puzzle lasciato a metà.
Il finale chiude il cerchio… ma con la colla sbagliata
L’impatto visivo è sontuoso: Oz non è mai stata così scintillante.
Ma il cinema non vive solo di splendore estetico.
Il collegamento con la storia di Dorothy arriva con un certo entusiasmo — e tuttavia appare affrettato, quasi incollato a fine lavorazione. Invece di un climax epico, otteniamo una chiusura funzionale ma non guadagnata.
È come se il film si ricordasse all’ultimo minuto che deve preparare il terreno a una storia eterna… e lo facesse in fretta, con movimenti bruschi.
GIUDIZIO:
Wicked – Parte Seconda è un sequel che spreca molte delle sue risorse migliori: talento, spazio, tempo, potenziale.
Ripete temi già esplorati, congela i suoi personaggi e non regala quella scarica emotiva che avrebbe giustificato il secondo biglietto.
Uno spettacolo visivamente ricco ma narrativamente povero.
Una chiusura che avrebbe dovuto incantare… e invece lascia un retrogusto amaro.

























