Un Anno di Scuola – Autore: Giani Stuparich – Data di pubblicazione: 13 luglio 2022 – Casa Editrice : Quodlibet Storie – Pagine 98 – Prezzo :12,00 euro
Trama
Trieste, 1909. Per la prima volta una ragazza ottiene l’accesso all’ottavo anno del ginnasio, tappa necessaria per arrivare all’università e conquistare libertà e indipendenza. In una classe composta da venti ragazzi, la giovane Edda Marty catalizza inevitabilmente sguardi ed emozioni. Fragile e forte, seria e ironica, dolce e temeraria, diventa un punto di riferimento inconsapevole per i compagni, tra cui Antero, il più sensibile e riservato.
Il loro legame si sviluppa in un vortice drammatico che intreccia amore, amicizia e tragedia. Attorno a loro, la classe vive il passaggio dall’adolescenza alla maturità, in un’epoca segnata da ideali di patria, discussioni letterarie e una società rigidamente maschilista. Pubblicato nel 1929, Un anno di scuola è anche un ritratto struggente della Trieste di inizio secolo, ponte tra la cultura mitteleuropea e la letteratura italiana.
Recensione
Ammetto di non conoscere Giani Stuparich prima di questa lettura. È stata la regista Laura Samani, con il suo adattamento cinematografico presentato a Venezia 82 nella sezione Orizzonti, a spingermi a scoprire il romanzo. Il film, ambientato in una Trieste del 2007, mi era parso fragile e poco incisivo: guardabile sì, ma senza veri motivi per una selezione in concorso. Cercavo risposte che solo la fonte originaria poteva darmi.
Ed è stato così. Un anno di scuola è un testo breve ma intenso, capace di restituire la freschezza e la complessità di una generazione che discuteva di poesia e si accendeva di fronte alla parola “Patria”. Stuparich racconta un mondo formale e maschilista, in cui le donne avevano poco spazio e ancor meno diritti. L’ingresso di una ragazza in un’aula di soli ragazzi è un terremoto emotivo: iniziale diffidenza che si scioglie presto davanti all’intelligenza e al sorriso di Edda Marty, forza tranquilla e magnetica.
Il romanzo diventa così un racconto di formazione: di primi amori, amicizie sincere ma anche tradimenti, entusiasmi e delusioni tanto potenti da sfiorare la tragedia. In un’epoca in cui si era pronti a morire per la Patria, anche il dolore di un rifiuto amoroso poteva diventare insostenibile.
La scrittura di Stuparich è limpida e diretta, capace di racchiudere in poche pagine una ricchezza emotiva sorprendente. C’è gentilezza, ma anche ombre. C’è nostalgia, ma senza idealizzazione. Ed è proprio questa autenticità che rende il romanzo ancora oggi universale: l’adolescenza, con i suoi slanci e le sue fragilità, resta la stessa anche a distanza di un secolo.
Alla luce di tutto questo, appare chiaro perché l’adattamento cinematografico non abbia retto il confronto: laddove il film della Samani si ferma in superficie, il romanzo scava nel profondo e restituisce emozioni concrete, tangibili, senza tempo.
Conclusione
Un anno di scuola di Giani Stuparich è una lettura breve ma necessaria, capace di restituire un’epoca e al tempo stesso di parlarci al presente. È il racconto di un passaggio cruciale – dalla giovinezza alla vita adulta – che nessun film è riuscito a restituire con la stessa intensità.
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