Serie Tv
🫣: Guardabile

Corro un rischio scrivendo questo pezzo prima ancora che escano i dati Auditel della prima puntata, andata in onda ieri sera su Canale 5.

Non gioco a carte. Non scommetto mai. Ma ho la sensazione che stavolta il pubblico potrebbe sorprendere anche gli analisti più navigati degli ascolti TV.

Perché Doppio Gioco, la nuova serie diretta da Andrea Molaioli, potrebbe rivelarsi un esperimento riuscito.

Una prima puntata che – lo confesso – ha ribaltato molti dei miei pregiudizi.

Forse sarà solo un fuoco di paglia. Forse non è tutto oro quel che luccica.

Ma intanto, ecco tre buoni motivi per recuperarla e segnarsi l’appuntamento del martedì sera.

 

  1. Una sceneggiatura che tiene

Firmata da Sandrone Dazieri, Stefano Voltaggio, Valter Lupo e Alessandra Martellini, la scrittura di Doppio Gioco è sorprendentemente coerente e credibile.

Qualche passaggio fa sorridere (con punte da Boris, per capirci), ma nel complesso la trama si regge bene.

I riferimenti sono chiari: c’è qualcosa di Lie to Me (il protagonista che legge il linguaggio del corpo) e un tocco da The Mentalist (il talento intuitivo al servizio di indagini e traumi personali).

Nulla di rivoluzionario, ma finalmente non è un pasticcio.

La struttura alterna presente e passato con equilibrio, la spy story è innestata su un dramma familiare ben congegnato, e i personaggi non sembrano messi lì a caso, come spesso accade nella fiction nostrana.

Unico neo: l’elemento romantico tra la protagonista e il maggiore della Guardia di Finanza. Era davvero necessario? Avrebbe retto anche senza. Io dico sì.

 

  1. Una confezione curata (e si vede)

Andrea Molaioli dà alla serie un tono credibile e misurato. Niente isterie, nessun effetto speciale gratuito.

La regia accompagna la narrazione con sobrietà, mantenendo costante l’attenzione dello spettatore.

Fotografia e colonna sonora sono sopra la media Mediaset, che – parliamoci chiaro – non è altissima.

Ma qui si vede un investimento tecnico e produttivo serio, e la differenza si sente.

Niente di rivoluzionario, ma finalmente qualcosa che si guarda con piacere.

 

  1. Mastronardi e Tortora, la strana coppia che funziona

Del ritorno di Alessandra Mastronardi su Canale 5 si è parlato molto, anche perché stavolta si gioca tutto con un personaggio molto lontano dalla sua immagine “da fidanzatina d’Italia”.

Accanto a lei, Max Tortora, anche lui alle prese con un ruolo fuori dalla sua comfort zone abituale.

Su Tortora avevo pochi dubbi: attore solido, versatile, credibile.

La scommessa era tutta sulla Mastronardi. E per me, l’ha vinta.

In 90 minuti ha concesso appena mezzo sorriso. Un record per un’attrice che finora ha costruito la carriera su occhioni dolci e posture rassicuranti.

Qui invece è respingente, tesa, quasi “cringe” – nel senso giusto.

Una virata netta, e finalmente interessante.

Forse è arrivato il momento di mettere in soffitta i ruoli carini e coccolosi.

Con Doppio Gioco, Alessandra Mastronardi ha detto: “Fatemi fare la stronza e non ve ne pentirete.”

E ha fatto bene.

Conclusione

Andiamo a vedere Doppio Gioco, su Canale 5.

Perché magari è un bluff.

Ma magari no.

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Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

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