Titolo: Origin –Autore: Dan Brown –Editore: Mondadori –Data di pubblicazione: ottobre 2017 –Pagine: 564 –Prezzo di copertina: € 25,00
Trama
Robert Langdon, professore di simbologia religiosa a Harvard, viene invitato al Guggenheim Museum di Bilbao per un evento epocale. L’ex studente ed eccentrico miliardario Edmond Kirsch, noto per le sue invenzioni tecnologiche e il suo ateismo militante, sta per svelare una scoperta destinata a cambiare per sempre la storia dell’umanità.
Due le domande a cui Kirsch promette di rispondere: Da dove veniamo? Dove stiamo andando?
Ma prima che la rivelazione abbia luogo, la serata si trasforma in tragedia: Kirsch viene assassinato e il suo segreto rischia di andare perduto.
Langdon, insieme ad Ambra Vidal – direttrice del museo e futura regina di Spagna – si ritrova in una fuga contro il tempo tra Bilbao e Barcellona. Dovrà decifrare indizi, superare complotti e fanatismi religiosi per portare alla luce il messaggio che il futurologo voleva lasciare al mondo.
Recensione
Caro Dan,
Mi permetto di scriverti in tono confidenziale, perché da lettore affezionato ho imparato a conoscerti attraverso i tuoi romanzi. Dopo il Codice da Vinci – scoperto anni fa grazie al consiglio di un amico – sono diventato un tuo fan. Ho sempre apprezzato il modo in cui sei riuscito a scuotere lettori e critici, a dividere opinioni, a provocare reazioni forti. E per me questo è il compito di ogni vero artista: rompere l’apatia, costringere a pensare, a schierarsi.
Ma con Origin, lo ammetto, sono rimasto deluso.
Il cuore del romanzo è Edmond Kirsch, visionario miliardario che cerca di dimostrare l’inutilità della religione e di dare una risposta alle domande eterne dell’uomo: Da dove veniamo? Dove andiamo? Domande enormi, che meritavano forse un impianto narrativo diverso.
Tu, Dan, hai scelto ancora una volta la strada del thriller adrenalinico, replicando schemi narrativi già collaudati. Un intreccio ricco di enigmi, fughe e colpi di scena, che certo intrattiene, ma che non riesce a reggere il peso filosofico e spirituale del conflitto tra fede e scienza. L’“usato sicuro” questa volta si rivela un limite.
Leggendoti, da credente distratto ma curioso della scienza, ho percepito una crescente distanza dalla tua visione: non basta immaginare un futuro governato dalla tecnologia per cancellare il bisogno umano di affidarsi a qualcosa di più grande. La scienza può migliorare le nostre vite, ma non sostituire la speranza, la fede, l’attesa che accompagnano i momenti più fragili dell’esistenza.
Eppure, nonostante questa delusione sul piano creativo, Origin resta un romanzo avvincente. Lo stile è quello tipico di Dan Brown: chiaro, scorrevole, capace di incollare il lettore alla pagina. La tensione narrativa funziona, e la voglia di scoprire la rivelazione finale spinge a divorare le oltre 500 pagine.
Il problema è che alla fine, pur avendo viaggiato per città spettacolari e decifrato enigmi affascinanti, ci si sente un po’ traditi: la grande promessa iniziale non viene mantenuta fino in fondo.
Caro Dan, ti leggo con affetto e continuerò a farlo, ma questa volta la tua sfida non mi ha convinto. Perché la fede – letteraria o religiosa – può vacillare, ma non dovrebbe mai esaurirsi.
Conclusione
Origin è un romanzo avvincente ma irrisolto: regala il piacere della lettura tipico dei thriller di Brown, ma fallisce nel tentativo di dare una risposta autentica al conflitto tra fede e scienza. Un libro da leggere, certo, ma che lascia il sapore amaro delle occasioni mancate.
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