Arriva, da oggi, su Prime Video, Natale senza Babbo, la nuova commedia natalizia italiana che stravolge le tradizionali atmosfere delle feste. Protagonista è un Babbo Natale stanco e in crisi, che costringe l’universo del Natale a reinventarsi per salvare la magia delle festività.

Quando Babbo Natale (Alessandro Gassmann) decide di prendersi una pausa, la magia del Natale rischia di saltare. Tocca a chi gli sta intorno — dalla moglie (Luisa Ranieri) al personale del Polo Nord, passando per figure iconiche come La Befana (Caterina Murino) e Santa Lucia (Valentina Romani) — rimettere in piedi la festa.

Recensione

Natale senza Babbo tenta un’operazione interessante: prendere un’icona intoccabile della cultura popolare e mostrarne le crepe, la stanchezza, il lato umano. L’idea di un “Claus” che abbandona il ruolo, schiacciato dalle aspettative e dall’usura emotiva, è un’intuizione narrativa che apre spazi critici insoliti per una commedia natalizia. Tuttavia, quello che sulla carta – e anche nella prima mezz’ora del film – sembra essere un soggetto accattivante, si dimostra, di fatto, incapace di affondare davvero il colpo. La pellicola flirta con temi potenzialmente fertili — burnout, pressione sociale, ridefinizione dei ruoli familiari e professionali — ma spesso li sfiora soltanto, come se l’urgenza di restare nella comfort zone della “favola” avesse la precedenza su una reale esplorazione psicologica.

Ne deriva un racconto che procede per spunti: illuminazioni improvvise che si dissolvono appena diventano scomode. La figura alternativa che prende in mano le sorti del Natale è efficace come idea, ma il film non si assume fino in fondo la responsabilità della sua scelta. C’è la volontà di mettere al centro un personaggio femminile forte, competente, capace di supplire alle fragilità del protagonista. C’è però anche una certa prudenza, come se il racconto temesse di rovesciare davvero una tradizione così radicata. Il risultato è un empowerment dichiarato ma non del tutto compiuto, che funziona sul piano emotivo ma meno su quello tematico.

Natale senza Babbo rimane quindi un’opera a metà strada: ambiziosa nelle intenzioni, rassicurante nell’esecuzione. È un titolo che intrattiene e diverte, che aveva tra le mani la possibilità di fare molto di più, ma quasi sempre sceglie di non coglierla. Tra situazioni comiche e colpi di scena, il film mette in scena una rivisitazione originale della tradizione, mescolando leggerezza e spunti di riflessione sui ruoli e sulle responsabilità, con l’obiettivo di intrattenere un pubblico di tutte le età.

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Federica Rizzo
Campana doc, Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione. Mi auguro sempre di fare con passione ciò che amo e di amare follemente ciò che faccio.
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