Biglietto:
🤨 Biglietto: Di pomeriggio

Mission: Impossible – The Final Reckoning è un film del 2025 diretto da Christopher McQuarrie, con Tom Cruise, Hayley Atwell, Pom Klementieff, Hannah Waddingham, Vanessa Kirby. Presentato in anteprima al Festival di Cannes, sarà nelle nostre sale dal 22 maggio 2025.

Trama

Mission: Impossible – The Final Reckoning è l’ottavo capitolo della celebre saga action con protagonista Ethan Hunt (Tom Cruise), l’agente segreto più instancabile e acrobatico del grande schermo. In questa nuova missione, Ethan e il suo team devono rintracciare due chiavi che attivano un’arma potentissima: un’intelligenza artificiale chiamata Entità, capace di causare il caos globale — dalla manipolazione delle banche internazionali al collasso delle infrastrutture mondiali. A ostacolarli c’è Gabriel (Esai Morales), un nemico spietato legato al passato di Ethan, pronto anche lui a mettere le mani sulle chiavi.

Recensione

Speriamo che The Final Reckoning sia davvero l’ultima missione impossibile di Ethan Hunt. Non perché il film sia da buttare, anzi. Ma perché dopo quasi tre ore di inseguimenti, salti nel vuoto, esplosioni e acrobazie da capogiro, resta una sola direzione possibile per Tom Cruise: lo spazio profondo. Verso l’universo e oltre. Con il permesso di Buzz Lightyear, naturalmente.

I fan della saga – e di Cruise – saranno felicissimi. Per loro, ogni capitolo è un evento epico, una messa laica in onore dell’eroe che non invecchia mai. L’ho visto con i miei occhi: alla Croisette c’erano giornalisti che, alla sola apparizione di Tom, avevano lo sguardo di chi ha appena incontrato il Messia dell’action. E forse lo è, per davvero.

The Final Reckoning riprende là dove ci aveva lasciato l’episodio precedente. La minaccia ha un nome freddo e inquietante: Entità. Un’intelligenza artificiale che ha già preso il controllo del web e ora punta ai codici di lancio nucleari per resettare il mondo intero. Sì, avete capito bene: apocalisse totale nel giro di tre giorni, a meno che Ethan non riesca a fermarla. Il piano di salvataggio? Una cosetta semplice semplice: trovare due chiavi, affrontare Gabriel (un villain dal passato misterioso e sguardo da profeta del disastro) e scendere fino a un sottomarino russo affondato tra i ghiacci del Polo Nord. Normale amministrazione per uno come Ethan Hunt.

Il film è un concentrato di pura azione e intrattenimento. Ogni scena rincorre la successiva in una catena perfettamente oliata di esplosioni, salti nel vuoto, motociclette che volano e treni che deragliano. Il tutto condito da panorami mozzafiato – dal Sudafrica al Polo – e una regia che sa benissimo come far brillare ogni centimetro di pellicola. Christopher McQuarrie tiene saldo il volante della saga e ci regala esattamente ciò che promette: adrenalina e spettacolo.

Eppure, dietro la perfezione tecnica, qualcosa scricchiola. Perché se sei uno spettatore “normale”, uno che magari non ha il poster di Top Gun in camera, potresti iniziare a sentire che la trama è solo un pretesto per celebrare – ancora una volta – l’inarrestabile Cruise. E allora ecco che tutto, ma proprio tutto, ruota attorno al suo corpo, alla sua corsa, ai suoi occhi di ghiaccio che fissano l’orizzonte. Ogni legge fisica piegata, ogni ostacolo superato, ogni nemico battuto. È il culto di Tom, più che il racconto di Ethan.

Detto questo, The Final Reckoning non è solo sudore e muscoli. C’è un tono amarcord che affiora, un retrogusto nostalgico. Flashback, addii, sacrifici eroici e frasi da bacio accademico che ci ricordano che, in fondo, è l’ultima danza. O forse no. Il film si prende anche il lusso di riflettere sul rapporto sempre più teso tra uomo e macchina, sul destino e sul libero arbitrio, lanciando un piccolo – e tutto sommato efficace – allarme pop sull’onnipresenza dell’intelligenza artificiale. Che, guarda caso, è anche quella con cui Tom si gioca la partita più grossa.

E così, tra inseguimenti impossibili e momenti di tenerezza, The Final Reckoning chiude (forse) il cerchio di una saga durata trent’anni. Una saga che non ha mai preteso di rivoluzionare il cinema, ma che ci ha sempre ricordato che l’azione – quella vera, fatta di stunt autentici e sudore vero – ha ancora qualcosa da dire. Alla fine, mentre esci dalla sala con il cuore in gola e il pop-corn ancora a metà, ti resta una domanda: Quale sarà la prossima missione? E la risposta, probabilmente, la conosce solo lui.

O forse… un algoritmo.

Roberto Sapienza

Articolo precedenteCartoline dal Festival di Cannes 2025 : Giorno II -Prove da Mission: Impossible (senza Tom Cruise)
Federica Rizzo
Campana doc, Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione. Mi auguro sempre di fare con passione ciò che amo e di amare follemente ciò che faccio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui