Presentata in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes e arrivata in sala in due parti la scorsa estate, L’arte della gioia, la serie Sky Original diretta da Valeria Golino, liberamente adattata dall’omonimo romanzo di culto di Goliarda Sapienza, racconta la drammatica e avventurosa storia di Modesta, una ragazza orfana della Sicilia rurale di inizio ‘900.

Sinossi

Nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, Modesta fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora.

Il suo cammino la conduce poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.

Recensione

Storia di formazione e di emancipazione femminile, L’arte della gioia è un’opera piena di vitalità e ricca di bellezza. Modesta – interpretata magistralmente da Tecla Insolia, che da vita ad un personaggio irresistibile – diventa il simbolo di una rivoluzione che sfida qualsiasi convenzione. Sbaragliando le leggi dei padroni che hanno già scritto il suo posto nel mondo, Modesta è alla ricerca del suo posto nel mondo, ma soprattutto della felicità.

La Golino riesce, non solo nel difficile compito di trasporre la prima parte del complessissimo romanzo di Goliarda Sapienza, ma a darci un suo personalissimo punto di vista, attraverso una regia elegante, dei personaggi e delle storie che lo animano. Sei episodi che catturano il battito della libertà, il gusto sensuale della ribellione e la forza irrefrenabile di una donna che osa tutto.

Coraggiosa, audace e spregiudicata, L’arte della gioia è un trionfo di estetica: la fotografia, i costumi concorrono a creare un’opera altamente evocativa. Un inno universale a godersi la vita appieno.

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Federica Rizzo
Campana doc, Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione. Mi auguro sempre di fare con passione ciò che amo e di amare follemente ciò che faccio.

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