L’arte della gioia di Goliarda Sapienza -Editore: Einaudi – Pubblicazione: 10 febbraio 2014 – Pagine: 564 – Prezzo: 16,00 €
✍️ Trama
L’arte della gioia è un romanzo postumo di Goliarda Sapienza. Rimasto chiuso in una cassapanca per oltre vent’anni, venne rifiutato da molti editori italiani fino a quando, nel 1998, fu pubblicato in poche copie da Stampa Alternativa. Il vero successo però arrivò solo qualche anno dopo, grazie alla pubblicazione in Francia.
Protagonista assoluta del libro è Modesta: una donna siciliana, povera di nascita ma ricca di spirito, coraggio e intelligenza. Fin da bambina capisce di volere di più dalla vita. Cresciuta in un ambiente oppressivo, passa per il convento e poi in una casa nobiliare, dove riesce – tra intelligenza, seduzione e strategia – a costruirsi un posto nel mondo.
Modesta non ha paura di infrangere le regole: ama uomini e donne, è madre affettuosa, amante sensuale, amica leale. Sfida apertamente la cultura patriarcale, fascista e mafiosa del suo tempo. È una donna libera, fuori da ogni schema. E proprio per questo il romanzo è difficile da definire: è insieme un’autobiografia immaginaria, un romanzo di formazione, erotico, politico e psicologico.
💬 Recensione
Ogni scrittore sogna di essere letto e apprezzato. Magari anche di vivere del proprio lavoro. Purtroppo, non sempre va così. Molti, come Goliarda Sapienza, vengono scoperti solo dopo la morte.
Il caso editoriale de L’arte della gioia è uno di quelli che fanno riflettere: rifiutata per anni, questa storia ha iniziato a farsi notare solo all’estero. Poi, quando è arrivata in Francia il successo è esploso. Da lì, gli editori italiani hanno cambiato idea. E oggi Goliarda Sapienza è diventata quasi pop, grazie anche alla serie tv diretta da Valeria Golino e al film Fuori di Mario Martone, presentato a Cannes.
Ma la domanda resta: questo successo è meritato?
Spinto dalla curiosità – e anche un po’ dalla moda del momento – mi sono deciso a leggerlo. Volevo capire il perché di tutta questa attesa prima della pubblicazione. E vi dico subito una cosa: capisco gli editori che all’epoca dissero “no”.
Il libro è lungo, ambizioso, a tratti dispersivo. Tutto ruota intorno a Modesta, una protagonista piena di contraddizioni: nata povera, destinata al convento, riesce a ribaltare il proprio destino diventando una nobildonna grazie alla seduzione, alla testa, e a un bel po’ di opportunismo.
Modesta è un personaggio forte, moderno, libero. Non ha problemi a cercare piacere dove vuole, con chi vuole. È femminista, libertina, provocatoria. E in questo senso, il romanzo è un inno alla libertà femminile. Ma pagina dopo pagina, si rischia l’effetto “zibaldone”: troppe cose, troppo dentro. È come se Sapienza avesse voluto dire tutto, tutto insieme. E alla lunga, si sente.
L’edizione Einaudi include anche una prefazione (di Angel Pellegrino) e una postfazione (di Domenico Scarpa) che provano a raccontare la travagliata storia del libro e dell’autrice. Ma anche qui, a tratti, si scivola nella pesantezza.
Dopo 564 pagine, resta l’impressione di aver letto qualcosa di importante… ma anche di non averlo capito fino in fondo. Perché L’arte della gioia non è un romanzo semplice. È un libro che richiede pazienza, attenzione, e una certa predisposizione a perdersi.
In conclusione, L’arte della gioia è una lettura che può affascinare ma anche spiazzare. È diventato un classico moderno, una lettura “necessaria” per molti, ma che lascia anche tante domande aperte. Una cosa è certa: Modesta è tutto fuorché modesta – e difficilmente la dimenticherete.
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