L’Alveare è un romanzo scritto da Margaret O’Donnell nel 1980 e ripubblicato il 25 marzo 2025 da Mondadori – 310 pagine, prezzo €22,00.
Trama:
Dopo essere salito al potere accusando le donne di aver rovinato il Paese per aver preso lavori destinati agli uomini, il dittatore Gorston crea una nuova società basata su due idee: ossessione per la maternità e disumanizzazione femminile. Le bambine, dai dieci anni in su, vengono divise in due gruppi: la maggioranza è costretta a sposarsi e fare un figlio ogni due anni. Le più intelligenti vengono “rieducate” per spegnere ogni emozione e messe a lavorare, ma solo in ruoli secondari: segretarie, centraliniste, infermiere. Tutte devono vestirsi di grigio, tingersi i capelli, sparire dentro una divisa che annulla la femminilità. Un esercito grigio e silenzioso dentro un sistema fatto di divieti e controllo.
Sarah Hillard è una di loro, ma solo in apparenza. Di giorno è segretaria. Di notte si nasconde in scantinati sudici e organizza una rete clandestina di donne per preparare l’Insurrezione: il giorno in cui Gorston dovrà morire e le donne potranno finalmente essere libere. La segue da vicino Steiner, il capo della polizia segreta, che ha intuito qualcosa. Ma Sarah è pronta a tutto.
Recensione:
Ci sono libri che non invecchiano. Che restano attuali in qualsiasi momento storico. L’Alveare è uno di quei romanzi che ti colpiscono, ti fanno riflettere, ti fanno arrabbiare.
Lo ammetto: arrivo in ritardo. Ho letto questo romanzo solo ora, e me ne pento. Perché L’Alveare, scritto nel 1980, è un capolavoro che ogni lettore – anche il più pigro, come me – dovrebbe conoscere.
Margaret O’Donnell ha immaginato un mondo in cui le donne vengono represse, usate, ridotte a macchine per fare figli o lavoratrici senza volto. Un mondo dove il potere maschile si regge sulla paura e sulla convinzione che l’intelligenza femminile sia un pericolo da spegnere. Una dittatura che usa la crisi economica come scusa per cancellare i diritti e la libertà.
Il punto è che oggi, nel 2025, quel mondo immaginato da O’Donnell fa paura proprio perché assomiglia fin troppo alla realtà. I femminicidi, il lavoro precario, i social usati per diffondere odio e notizie false… tutto ha una radice. E questo libro, scritto più di 40 anni fa, le aveva già individuate.
L’Alveare è una storia di ribellione, di sacrificio, ma soprattutto di coraggio. Di un gruppo di donne che non si arrende e lotta per cambiare le cose, anche a costo della vita.
Gli uomini? Per fortuna non sono tutti come Steiner o i ministri pavidi al servizio di Gorston. C’è anche Carl Tolland, un artista che rappresenta la speranza: un uomo che vede, ascolta e ama le donne in modo vero. La prova che una generazione diversa è possibile.
Sarah Hillard è la protagonista, ma è anche un simbolo. Il simbolo di tutte le donne che non hanno mai smesso di credere in sé stesse. Che non hanno mai smesso di lottare, sognare, rivendicare il loro posto nel mondo.
L’Alveare è un romanzo forte, importante, che oggi suona quasi come una profezia. Fa riflettere, scuote, lascia il segno. Perché, come sempre, le donne sono un passo avanti. Anche quando c’è da combattere una guerra. Anche quando c’è da cambiare il mondo.