La Casa senza Ricordi è un romanzo scritto da Donato Carrisi e pubblicato da Longanesi Editore il 29 Novembre 2021-pagine 400 – euro 22,00
Sinossi:
Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.
Recensione:
Due anni fa avevo espresso più di una riserva sul romanzo La Casa delle Voci giudicandolo stilisticamente impeccabile e narrativamente originale, ma piuttosto freddo sul piano della suspense. Se da un lato si rinnova il potenziale di poter gareggiare con i colleghi stranieri, dall’altra si è confermato un tipo di scrittura più cinematografico che letterario. La casa senza Ricordi è un sequel letterario che sinceramente non ritenevamo necessario. La Casa senza Ricordi conferma i pregi del primo romanzo, ma amplificandone limiti e criticità espressi in precedenza. Mi ritrovo ancora una volta in dissenso con la maggioranza dei lettori e critici nel valutare negativamente il lavoro di Carrisi . L’impianto narrativo risulta dispersivo, allungato e soprattutto poco centrato rispetto agli obiettivi autoriali di tenere insieme thriller. Una seconda puntata che non aggiunge nulla al mondo sospeso di Pietro Gerber, rimasto bloccato dai demoni del proprio passato. Una lettura che procede a strappi dando la sensazione al lettore che questo romanzo sia stato scritto senza avere le idee chiare di come far evolvere la storia e soprattutto i personaggi. La Casa senza Ricordi ci dispiace definirlo un forzato e pretestuoso esercizio autoriale risultando così una deludente lettura di fine anno.