La Casa delle Voci è un romanzo scritto da Donato Carrisi e pubblicato da Longanesi Editore nel Dicembre 2019 – pagine 400 – euro 22,00
Sinossi:
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci.
Recensione:
La mente umana è probabilmente il “meccanismo” più misterioso, affascinante, complesso quanto pericoloso mai costruito..
Per gli stessi studiosi, scienziati è impossibile poterne scoprirne ogni aspetto, particolarità.
Nessun manuale di psichiatria, neurologia sarà mai in grado d’evidenziare, mostrare le infinte sfumature e caratteristiche della mente.
La mente è forte quanto fragile nel delicato ruolo di protezione della persona dall’orrore e paure provenienti dal mondo esterno. Leggendo sul web gli entusiasti giudizi di critica e pubblico, confesso altresì la mia personale delusione nei confronti del nuovo romanzo di Donato Carrisi. Dovrei ritenere d’aver preso un grande abbaglio letterario nel valutarlo?
Eppure i primi sono gli stessi che hanno bocciato gli ultimi romanzi di Carrisi che al contrario tanto erano piaciuti al sottoscritto. Chi avrà dunque ragione?
La casa delle Voci è un giallo ben scritto, carico di suspense e magistralmente costruito nel regalare al lettore continui colpi di scena, ma nonostante ciò l’intreccio narrativo e lo stile non convincono come in passato.
Donato Carrisi strizza l’occhio ad almeno tre pellicole cinematografiche di culto: Il Sesto Senso, Inception e Shutter Island. La casa delle voci essendo ancora un libro non possiede la stessa forza ed intensità di racconto delle sopracitate pellicole.
Le parole, monologhi, dialoghi pronunciati dai personaggi di Carrisi appaiono più adatti ad uno script cinematografico più che per un romanzo.
La casa delle voci appare bloccato in una dimensione letteraria poco funzionale alle proprie caratteristiche e potenzialità. Il lettore rimane colpito dalla storia e coinvolto dal serrato rapporto tra lo psicologo Pietro Gerber e la misteriosa paziente Hanna, ma senza mai raggiungere una vera e profonda empatia con i personaggi.
La casa delle voci è l’ottimo punto di partenza di un adattamento cinematografico che, a nostro modesto parere, colmerà le lacune strutturali ed emotive presenti sfortunatamente nell’opera letteraria.