Io sono Rosa Ricci, diretto da Lyda Patitucci, è il nuovo film che espande l’universo narrativo di Mare fuori, raccontando le origini di uno dei personaggi più amati e controversi della serie. Protagonista è Maria Esposito, che torna a vestire i panni di Rosa Ricci con un’interpretazione intensa e viscerale, accompagnata da Raiz nel ruolo del padre, il boss Don Salvatore Ricci, e da un cast che include Andrea Arcangeli, Jorge Perugorría, Simon Rizzoni. Al cinema dal 30 Ottobre.

Trama
Ambientato a Napoli poco prima degli eventi di Mare fuori, Io sono Rosa Ricci racconta la storia di Rosa (Maria Esposito), una ragazza cresciuta all’ombra del padre Don Salvatore Ricci (Raiz), potente boss della camorra. Abituata a vivere protetta ma prigioniera delle regole del clan, Rosa vede il suo mondo crollare quando un tradimento mette in pericolo la sua famiglia. Rapita da un gruppo rivale e portata su un’isola isolata, la giovane è costretta a confrontarsi per la prima volta con la paura, la solitudine e la violenza. L’esperienza la trasforma: da figlia sottomessa e ingenua diventa una donna determinata, pronta a scegliere il proprio destino — anche a costo di abbracciare il lato oscuro che ha sempre cercato di respingere.

Recensione
Tra atmosfere da gangster movie e momenti di intima fragilità, Lyda Patitucci costruisce un racconto dal respiro cinematografico, più concentrato e visivamente curato della serie madre. La fotografia, calda e sabbiosa, restituisce una Napoli meno patinata e più intima, mentre Maria Esposito conferma di avere un carisma raro: il suo sguardo tiene in piedi l’intero film.
Ma Io sono Rosa Ricci paga inevitabilmente il prezzo del suo successo annunciato. Il film non estende l’universo di Mare Fuori, non cerca risposte e collegamenti – come era accaduto con L’immortale, film tratto dalla serie Gomorra; è un’operazione a se stante che niente aggiunge a quello che era ben noto in precedenza. Questo è coraggioso, ma anche rischioso. La trama è lineare, quasi troppo. Il rapimento e la prigionia occupano gran parte del film, lasciando poco spazio alle relazioni familiari e alle sfumature psicologiche che nella serie sono il cuore pulsante. Manca la coralità di voci e destini intrecciati che rendono credibile la redenzione dei personaggi. Qui tutto è Rosa nel bene e nel male. Si sente l’assenza della lentezza televisiva, quella che permette alla serie di scavare, di sporcare le mani nel tempo.
Io sono Rosa Ricci, insomma, è pensato per il grande schermo, con una regia più realistica e meno melodrammatica. Questo cambio di registro unito alla mancanza di coralità, di reali collegamenti alla serie tv e della presenza di una Rosa diversa da quella che hanno imparato ad amare, potrebbe allontanare i fan dalla visione.



























