I figli dell’istante è un romanzo scritto da Edoardo Albinati
🏷️ Editore: Rizzoli -📅 Data di uscita: 5 marzo 2025 -📄 Pagine: 499 -💶 Prezzo: 23 euro
Trama
Roma, primi anni ’80. In un solo istante può cambiare tutto: un padre può rifiutare il suo ruolo, un amore nascere o finire, una bambina perdere l’innocenza. Intorno a due figure centrali – Nico Quell, ragazzo fragile in partenza per la naja, e Nanni Zingone, insegnante e padre di famiglia – si muove un’intera umanità confusa e contraddittoria. L’autore ci accompagna lungo una mappa frantumata dell’Italia di quegli anni, tra professori, soldati, modelle irraggiungibili, casalinghe in crisi, suocere invadenti, figlie senza madre e giovani politicamente radicalizzati. Uno sciame di personaggi alla ricerca di senso, tra nostalgia, disillusione e desiderio di evasione.
Recensione
Dopo aver letto La scuola cattolica, sapevo che affrontare un nuovo romanzo di Albinati sarebbe stato impegnativo. Mi aspettavo uno stile denso, ambizioso, ma anche affascinante. Purtroppo, I figli dell’istante mi ha lasciato più frustrato che coinvolto.
Il problema principale? La struttura caotica e dispersiva. Troppe voci, troppi personaggi appena abbozzati, trame che si incrociano senza mai trovare una direzione chiara. Sembra un romanzo che vuole raccontare tutto, ma finisce per raccontare poco.
I primi capitoli sono i più riusciti. L’ansia di Nico che parte militare è descritta con realismo: il trauma della divisa, la distanza sociale tra commilitoni, la camerata condivisa, la perdita di tempo e libertà che il servizio militare comportava. Un inizio promettente che poi si perde. Nanni Zingone, invece, è un professore idealista e padre innamorato, ma bloccato in un matrimonio che non funziona più. Sua moglie Costanza, casalinga frustrata, rappresenta uno dei tanti personaggi femminili che Albinati tratteggia con più intenzione che efficacia. Il romanzo vuole essere uno spaccato dell’Italia anni ’80 – tra edonismo, crisi della famiglia, tensioni sociali – ma lo fa in modo troppo frammentario. Non c’è un vero filo rosso a tenere tutto insieme. La lettura richiede pazienza e spesso non ripaga l’impegno.
Albinati scrive bene, questo è innegabile. La sua prosa è colta, sofisticata, ma a tratti diventa autoreferenziale, quasi compiaciuta. La sensazione è che si perda nella sua stessa scrittura, alternando momenti intensi a lunghi passaggi poco coinvolgenti. Ci sono pagine che catturano – soprattutto quelle più intime, sui legami familiari o sul disagio dei ragazzi – ma sono episodi isolati, annegati in un mare di parole.
Conclusione
I figli dell’istante è un romanzo che aveva tutto per essere grande: un tema interessante, un autore importante, uno stile riconoscibile. Ma finisce per essere un’occasione mancata. Un racconto troppo confuso, che fatica a emozionare.
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