Fuori è un film del 2025 diretto da Mario Martone e scritto dallo stesso Martone e Ippolita Di Majo. Con Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi, Francesco Gheghi.
Trama:
Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza (Valeria Golino) viene arrestata per il furto di alcuni gioielli. In carcere entra in contatto con un gruppo di giovani detenuti, scoprendo un ambiente paradossalmente più accogliente e umano di quello “fuori”. È lì che inizia la sua rinascita, tra nuove amicizie e un legame intenso con Roberta (Matilda De Angelis), ex brigatista e recidiva. Una volta tornata in libertà, Goliarda continua a frequentare Roberta e Barbara (Elodie), ma scopre che la vera difficoltà non è la reclusione: è la vita stessa, fatta di solitudini, giudizi e incomprensioni. Un percorso che segna per lei il ritorno alla scrittura e a una gioia di vivere fragile ma necessaria.
Recensione:
Confesso: non ho letto L’arte della gioia e non ho visto la serie diretta da Valeria Golino. Mi sono avvicinato a Fuori con curiosità, attratto dal nome di Mario Martone e dalle recensioni entusiaste. Eppure, l’esperienza è stata meno coinvolgente di quanto sperassi.
Il film non restituisce davvero la complessità di Goliarda Sapienza. Chi conosce poco della sua vita e della sua opera rischia di uscirne con più domande che risposte. La sceneggiatura – firmata da Martone e Ippolita Di Majo – alterna presente e ricordi, ma in modo frammentato e dispersivo. Manca un filo emotivo capace di guidare lo spettatore dentro la sua crisi personale e creativa.
Il ritmo lento, quasi estenuante, rende poco chiara la ragione del furto, vero punto di partenza del racconto. La crisi viene accennata, ma mai indagata a fondo. L’impressione è quella di un cinema più preoccupato della forma che della sostanza.
La Roma anni ’80 è ricostruita con eleganza, ma resta sfondo lontano, senza diventare davvero parte della storia. Funziona invece il tema centrale: per alcune donne, il carcere è un luogo paradossalmente più libero e protettivo della vita “fuori”. È un ribaltamento affascinante, ma Martone non riesce a trasformarlo in un’esperienza cinematografica capace di scuotere.
Sul fronte delle interpretazioni, Valeria Golino – che conobbe Goliarda di persona – sceglie un approccio rigoroso, ma resta fredda, quasi scolpita. Non crea empatia. Matilda De Angelis convince di più: intensa, tormentata, ma penalizzata da un dialetto romano che suona forzato. Elodie, invece, è poco incisiva: il suo personaggio rimane ai margini, accessorio.
Il risultato è un film elegante e ben confezionato, ma debole. Non scava, non ferisce, non lascia traccia. Il legame tra Goliarda e Roberta dovrebbe essere il cuore pulsante, ma resta sulla carta. Alla fine il messaggio c’è – “Fuori” spesso si è meno liberi che dentro – ma non riesce a farsi carne e cinema.
Conclusione:
Fuori è un’opera curata e nobile nelle intenzioni, ma troppo distante per restituire la radicalità di Goliarda Sapienza. Una donna che ha dovuto attendere la morte per veder riconosciuto il proprio valore, e che avrebbe meritato un ritratto più vivo, incendiario, indimenticabile.