Eternity, diretto da David Freyne, è una delicata commedia romantico-fantasy che riflette sul peso dei ricordi e sulle seconde possibilità dell’amore. Al centro della storia troviamo Elizabeth Olsen, nei panni di Joan, affiancata da Miles Teller e Callum Turner, che interpretano rispettivamente il marito con cui ha condiviso l’intera vita e il primo amore perduto anni prima. Attraverso atmosfere sospese e un tono dolcemente nostalgico, il film accompagna lo spettatore in un aldilà sorprendentemente umano, dove scegliere con chi trascorrere l’eternità diventa un viaggio emotivo tanto surreale quanto profondamente reale. Al cinema dal 4 dicembre.

Trama
Dopo la sua morte, Joan (Elizabeth Olsen) si ritrova in un aldilà che somiglia a un curioso centro amministrativo, dove ogni anima deve scegliere con chi trascorrere l’eternità. Qui ritrova Larry (Miles Teller), il marito con cui ha condiviso una vita intera, ma anche Luke (Callum Turner), il primo amore perduto troppo presto e mai dimenticato. Divisa tra la stabilità del passato vissuto e il richiamo di ciò che avrebbe potuto essere, Joan ha pochi giorni per prendere la decisione più difficile: scegliere il suo eterno compagno.

Recensione
Eternity non è un’opera che punta a stupire con effetti speciali o colpi di scena, né un tentativo di riscrivere le regole della commedia romantica. È, piuttosto, un film che si infila silenziosamente tra le pieghe della nostalgia e ci chiede: che cosa succede all’amore quando la vita finisce, ma le emozioni restano? La storia parte da un’idea tanto bizzarra da risultare immediatamente affascinante. Joan, una donna che ha trascorso una vita accanto al marito Larry, muore. E qui, invece del buio, del paradiso o di qualunque immagine tradizionale dell’aldilà, si ritrova in un luogo sospeso: un centro congressi anni ’70 travestito da purgatorio, dove le anime devono scegliere con chi vogliono passare l’eternità.
Visivamente il film è un piccolo scrigno vintage: corridoi pastello, insegne al neon consumate. È un mondo surreale, ma mai cinico; un aldilà gentile, che più che giudicare accompagna. La Olsen riesce a dare corpo a un’emozione universale, quella sensazione di essere divisi tra la vita che abbiamo scelto e quella che abbiamo solo sfiorato. Il film funziona meglio quando si lascia vivere come una favola moderna sull’amore eterno — un amore che non è perfetto, ma reale, con tutto quello che comporta.
Eternity, pur con piccole imperfezioni – si dilunga troppo in alcuni momenti – è un piccolo gioiello di cinema romantico-fantastico. Sa essere dolce e doloroso, leggero e profondo, nostalgico e visionario. Non pretende di rivoluzionare il genere, ma offre qualcosa di raro: una storia d’amore che attraversa la vita e la morte, fatta di ricordi, scelte, rimpianti e speranze.

























