Intimacy coordinator, questo grande sconosciuto. Una figura professionale che solleva molti dubbi e polemiche, non ultima quella che ha investito Anora, il film vincitore degli Oscar. La protagonista Mikey Madison ha dichiarato di aver rinunciato ad avere un coordinatore o una coordinatrice dell’intimità perché lei e Mark Eydelshteyn – con cui ha la maggior parte delle sequenze di sesso – hanno pensato che sarebbe stato meglio mantenere piccola la produzione. Non solo oltreoceano, anche divi e dive di casa nostra hanno rivelato di aver avuto cattive esperienze con questa figura. Ma di cosa effettivamente stiamo parlando? Abbiamo incontrato Roberta Geremicca, intimacy coordinator e non solo e ci siamo fatti, spiegare in cosa consiste effettivamente il suo lavoro.
Roberta Geremicca, sappiamo che sei un’ ex attrice, un’intimacy coordinator, un acting coach, una persona estremamente caparbia, raccontaci qualcosa che non sappiamo:
“Quello che non sapete di me è che non so cucinare e ho un pessimo senso dell’orientamento, ogni volta che arrivo a lavoro nessuno sa che è sempre e solo fortuna che io sia riuscita ad arrivare nel posto stabilito”.
Scusa non ho capito.
“Sono seria, per raggiungere il festival di Cannes sono atterrata a Nizza e da li non sono riuscita a prendere un uber, il buon senso (il tassista v.f.c) mi ha consigliato di prendere un treno che mi portasse a destinazione, ho capito di aver sbagliato treno a Marsiglia”
Ok, allora prima di perderci facciamo la domanda più importante: cos’è un intimacy coordinator?
“E’ quella figura che si occupa di gestire contenuti intimi e sensibili di scene in produzione
audiovisive e spettacoli dal vivo”

Matilda De Angelis ha parlato di un esperienza negativa proprio con un intimacy cooordinator, il tuo parere a riguardo?
“Su due piedi ti rispondo che probabilmente ha ragione lei. Molte volte l’eccesso di zelo, nel
caso sia stato questo il problema, può diventare motivo di difficoltà per l’attore creando attrito con la scena, o la troupe o con il o la coordinator stessa”.
E se non è stato l’eccesso di zelo il problema?
“Tendo a pensare che se un attore ha un problema con un intimacy coordinator il professionista in questione dovrebbe farsi delle domande. La nostra figura è indispensabile sul set, ma dietro il professionista c’è sempre una persona che ha la responsabilità di fare bene il suo lavoro”.
Hai sentito dello scandalo di Rocco Siffredi?
“si”
Cosa ne pensi?
“penso che non ne so abbastanza”
In qualche intervista si è raccontato dell’assenza dell’intimacy coordinator su quei set, pensi che la tua figura professionale funzioni anche su un set porno?
“Assolutamente si, non si deve dare per scontato che la figura esista solo nel mondo del
simulato, i consensi sono importanti e fondamentali in entrambi i mondi”.
Qual è la parte più difficile da gestire per un intimacy coordinator sul set durante una scena sensibile?
“Per la mia personale esperienza la parte più difficile è seguire una scena dove ci sono tanti
attori coinvolti”.
E quando ti ci sei trovata, come hai fatto?
“Come faccio sempre, ho seguito protocolli e buon senso ed ho fatto bene il mio lavoro”.