Andrà in onda a partire da giovedì 27 Febbraio, su Rai 1, l’ottava stagione di Che Dio Ci Aiuti, la serie tv, diretta da Francesco Vicario e con protagonista Francesca Chillemi, divenuta ormai un cult per gli spettatori di ogni età. Abbiamo incontrato il cast al completo, composto – oltre a Francesca Chillemi, nel ruolo dell’amatissima Suor Azzurra – da Giovanni Scifoni, Bianca Panconi, Ambrosia Caldarelli, Tommaso Donadoni, Ludovica Ciaschetti e Gaia Bella, a Roma, proprio sul set della serie.

Novità è la parola chiave per l’ottava stagione, tra new entry e graditi inattesi ritorni, Suor Azzurra si troverà di fronte a una nuova sfida: trasferirsi a Roma e impedire la chiusura della casa-famiglia La Casa del Sorriso. Le viene infatti chiesto di abbandonare la sua missione ad Assisi, nel suo amato Convento degli Angeli Custodi, e di occuparsi delle ragazze ospiti della casa-famiglia nella Capitale che non solo rischia la chiusura, ma ha bisogno della sua energia e del suo cuore:
“Suor Azzurra si dà completamente all’aiuto degli altri. Certo è che quando si vuole aiutare gli altri non è così facile, per la prima volta è lei che entra in contatto con queste ragazze, non sono le ragazze che vanno in convento per essere aiutate, ed entrare nella vita di qualcuno, in empatia con loro che sono restie alla richiesta d’aiuto sarà per lei una mazzata continua. Nel senso che spesso si troverà a parlare da sola o con Dio e chiederà un aiuto esterno”.
Dovrà aiutare e sostenere il fin troppo puntiglioso direttore della struttura, Lorenzo Riva, stimato psichiatra sulla quarantina e padre di due figli, Pietro e Giulia, interpretato da Giovanni Scifoni:
“Lui è un uomo nero, viola, il viola del lutto, della disperazione, un vedovo senza più colore nella vita, senza senso, ha solo urgenze, emergenze, conti, calcoli, cose da fare ma non riesce a farle”.
La domanda sulla possibilità di una nona stagione non si fa attendere e la Chillemi risponde:
“Non so rispondere a questa domanda, non faccio mai progetti a lungo termine, mi hanno raccontato un detto ebraico qualche tempo fa che dice ‘non fare programmi, altrimenti Dio ti ride in faccia’ e questo è diventato un credo nella mia vita. Ad oggi non mi sento di rispondere, oggi mi voglio godere il risultato del nostro lavoro che sono stati otto mesi di bellezza, di fatica, di conoscere persone nuove, di creare delle interazioni nuove, umanamente parlando”