Il fantastico mondo del Festival di Cannes, come ormai avrete capito, è abitato da personaggi che hanno senso solo qui.

Fuori dal Festival, molti di loro sembrerebbero reduci dalla prima linea del fronte.

Se nei giorni scorsi ci siamo concentrati su caratteri e personalità degli inviati, oggi vorrei soffermarmi su altri protagonisti, altrettanto degni di attenzione.

Una premessa fondamentale: tranne che per le sezioni parallele – Quinzaine des Cinéastes e Semaine de la Critique, dove si può effettivamente acquistare un biglietto per assistere a una première – non è possibile entrare alle anteprime ufficiali del Festival di Cannes senza la tanto agognata invitation.

Parliamo di un invito personale, rilasciato dal Festival stesso o da qualcuno con le mani ben immerse nella créme dell’organizzazione.

La lotta per ottenere l’invitation per l’anteprima più attesa è una guerra.

Una guerra lunga, sfibrante, senza esclusione di colpi.

Pochi hanno la tempra da veri combattenti del red carpet.

Ogni mezzo è lecito: si prega, si minaccia, si promette di tutto, pur di ottenere quei pochi secondi di gloria e un selfie (vietato!) sul tappeto rosso più glamour del mondo.

Nota a margine: l’organizzazione del Festival ha ufficialmente vietato selfie, scollature eccessive e tutto ciò che non sia “decoroso”.

Ma da quando il Festival di Cannes si preoccupa del decoro?

Sorvoliamo sulle alte sfere e concentriamoci sul punto più basso della catena alimentare: la gente comune.

Quella che magari nemmeno ama il cinema, ma aspetta tutto l’anno il Festival per vivere il proprio attimo di celebrità.

E allora non sorprendetevi se già all’alba, davanti al Palais du Cinéma, sfilano donne di ogni età in abiti da sera e uomini in smoking con in mano un cartello inequivocabile:

Datece un’invitation.

Sole, pioggia, vento o tempesta non li fermano.

A loro va la mia totale ammirazione.

Ogni anno che passa, il Festival cambia, evolve, si trasforma.

Ma i questuanti dell’invitation restano.

Una certezza granitica.

Dall’invitation ai film visti, il passo è breve.

🎬 Concorso

🦅 Eagles of the Republic di Tarik Salek

🎟️ Biglietto: pomeridiano

L’arte dovrebbe essere autonoma, indipendente, libera.

Il cinema dovrebbe volare alto. Ma per farlo servono soldi e amicizie importanti. Salek ci mostra come il potere strumentalizzi la settima arte, arrivando perfino a minacciare Mr George, il più grande attore egiziano vivente.

🧬 Alpha di Julia Ducournau

🎟️ Biglietto: neanche regalato

Lo so: sto rischiando il linciaggio cinefilo. Dopo il “neanche regalato” a Sound of Falling di Mascha Schilinski, arriva il turno di un’altra regista donna, Palma d’Oro 2021.

Due bocciature su due. Ma resto sereno: se anche solo uno spettatore eviterà l’omega di Alpha, il mio compito sarà compiuto.

Un film per pochissimi eletti. Talmente pochi da essere introvabili… anche negli anni ‘80.

🎬 Cannes Première

💔 Splitsville di Michael Angelo Covino

🎟️ Biglietto: omaggio

Non esiste un manuale per far funzionare un matrimonio. Aperto, chiuso, scoppiato…

Un film sull’amore e sull’amicizia, complessivamente godibile, perfetto da guardare una sera sul divano di casa. Con o senza popcorn.

Il settimo giorno è finito.

Non andate soltanto in pace… ma buona caccia all’invitation.

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Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

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