Prima di viverlo da inviato, Cannes era per me un sogno in technicolor: lo seguivo sui giornali, guardavo i servizi dei corrispondenti, e imparavo a memoria parole come glamour, eleganza, classe, prestigio. Un evento per pochi eletti, una Disneyland del cinema accessibile solo con invito celestiale.  Poi ci sono finito dentro. E come i bambini smettono di credere a Babbo Natale, io ho smesso di credere che tutto lì fosse… profumato.

Intendiamoci: partecipare al Festival di Cannes è, è stato e sarà sempre una figata per chi ama il cinema. Ma è anche un po’ come pensare che basti una spruzzata di deodorante per rimediare a tre giorni senza doccia. Spoiler: non basta. Rimani comunque zonzo. E non in senso poetico. Cannes ama definirsi speciale, unica, “di un’altra categoria”.

Concordo. Gli odori che si devono tollerare a Cannes non li ho mai sentiti in nessun altro festival. L’igiene personale qui è facoltativa: se condividi casa con altri quattro o cinque colleghi e devi rincorrere proiezioni e conferenze, la doccia può diventare un lusso. Vuoi fare video o foto alla delegazione prima di una conferenza stampa? Armati di mascherina. In prima linea, tra sudore, starnuti e aliti assassini, si rischia grosso.

Flatulenze ed eruttazioni varie? Speri solo che il tuo vicino di poltrona abbia già dato. Anche il red carpet, tra lustrini e smoking, sa essere stordente. Dietro a ogni tacco 12 si nasconde spesso un piede che implora misericordia (e borotalco).Consiglio non richiesto: arrivati a metà festival, salutate i colleghi da lontano. E se potete, evitate di fotografare troppo da vicino i talent. Anche loro sudano. Eccome se sudano.

Due film in Concorso visti ieri

Agente Segreto – Kleber Mendonça Filho

 Biglietto: omaggio

Filho prova a raccontare il Brasile del passato con l’ambizione di criticarlo e preservarne la memoria. Il risultato? Una spy story piuttosto confusa e dispersiva. Il messaggio c’è, ma inciampa spesso nel percorso.

Schema Fenicia – Wes Anderson

 Biglietto: omaggio

Siamo al terzo film praticamente identico. Possiamo dirlo? Wes, abbiamo un problema.

Cast stellare, dialoghi ben scritti ma un po’ esausti, e la solita estetica millimetrica. Ma ormai ci basta solo il 5% creativo del vecchio Anderson. Il resto è routine in pastello.

Fine del sesto giorno. Una doccia ci sembra il minimo sindacale per celebrare le nostre fatiche. Cannes resta un festival straordinario. Ma anche il glamour… suda

Articolo precedenteCartoline dal Festival di Cannes 2025 : V giorno – Il politically correct è in ferie
Articolo successivoCartoline dal Festival di Cannes 2025 : VII Giorno -Cannes, datece ‘n’invitation!
Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui