Sono ormai diversi anni che mi cimento con queste cartoline festivaliere, sperando di strapparvi un sorriso, magari anche due. Ogni volta temo di aver esaurito la mia vena creativa e ironica, con il rischio concreto di raschiare il fondo del barile. Ma Cannes 2025 potrebbe regalarmi una rinnovata ispirazione.

Sì, perché il Festival più glamour del mondo quest’anno, almeno per me, è diverso. È nuovo.

Dopo dieci anni di bella e appassionante avventura con il sito Parole a Colori, il vostro vecchio inviato festivaliero apre un nuovo capitolo con Raccontar di Cinema, il sito dell’amico e collega Luigi Noera.
Dalla direttrice Turilazzi al direttore-ingegnere Noera: un bel salto! Ma una cosa, una sola, è rimasta immutata nel tempo… la lista quasi impossibile dei film del direttore!

E se state leggendo questa cartolina, vuol dire che c’è di più: la sfida festivaliera raddoppia!
Anche Lo Spettatore Pagante fa il suo debutto in un festival internazionale. Sarà un esordio minimal, magari sotto traccia, ma spero comunque significativo.

Archiviate le novità professionali e personali, torniamo alle cose serie.

L’inviato festivaliero – lo sapete – è una creatura unica. Vive per i festival, e vive di festival.
La sua vita personale è scandita dal calendario degli eventi cinematografici. Le famiglie degli inviati, ormai rassegnate, convivono con l’idea che il loro congiunto esista solo sulla carta.

L’inviato studia, progetta, seleziona case, orari, trasporti, e fissa le date in un rituale che esclude solo le due settimane di Ferragosto.
È metodico, rigoroso. Si prepara leggendo programmi, inseguendo interviste, dialogando – e a volte maledicendo – gli uffici stampa.
L’uscita del programma ufficiale è un momento solenne, quasi liturgico. Gli incastri tra date e orari decideranno l’umore (e l’esaurimento) dell’inviato.

Ma oggi non vi voglio parlare di logistica. Voglio parlarvi dei buoni propositi.

Per quanti festival uno possa aver vissuto, ogni volta si cade nello stesso loop: “Quest’anno sarà diverso”.
L’inviato si illude: di restare calmo, di dormire almeno sette ore, di mangiare sano, di lavorare solo il necessario.
Promette a sé stesso di non prendersela con gli uffici stampa, di non disperarsi quando il sistema di prenotazione online andrà in crash (perché andrà in crash).
Spera di mantenere la linea, di essere zen.

Il giorno zero del Festival è un piccolo paradiso collettivo.
Volti distesi, sorridenti. Colleghi che si salutano. Si organizzano cene inaugurali. I più fortunati hanno già visto qualcosa in anteprima, e si sentono avanti.
Sembra di essere dentro una bolla zen, pacificata, dove il Festival è solo una bella scusa per ritrovarsi.

Tutto perfetto. Fino alla mezzanotte di oggi.

Perché da domani Cannes 2025 inizia davvero. E tutti quei giornalisti calmi e serafici si trasformeranno in uomini e donne sull’orlo di una crisi di nervi.

È la maledizione dei festival. Ci colpisce tutti, puntualmente.

Sembra terribile. In effetti lo è. Ma guai a toglierci i festival: sarebbe un disastro (Covid docet).

Ancora poche ore e si parte. I buoni propositi sono già svaniti.
Lo Spettatore Pagante è pronto alla lotta.

Articolo precedenteLa Nueva Ola – Il Festival del Cinema Spagnolo e latinoamericano a Roma, dal 7 all’11 maggio
Articolo successivoFinal Destination Bloodlines – Recensione del sesto episodio della saga horror più pop del Terzo Millennio
Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui