Finalmente ci siamo: l’attesa è finita, rulli di tamburi!
Il vostro inviato è arrivato all’ultima tappa di questa estenuante cavalcata dentro la Mostra del Cinema di Venezia 82.
La lista dei film da vedere e da scrivere è completa, il fisico è a pezzi (dolori vari, visite mediche già prenotate per la prossima settimana), la valigia è quasi pronta. Le tradizioni non si tradiscono: quattro ore di sonno a notte, come negli ultimi dieci anni. Stamattina lo specchio restituiva un’immagine poco incoraggiante: gonfio, imbruttito, con occhiaie e borse da concorso. Perfetto: è davvero il giorno del giudizio.
Alle 19 scatterà la Cerimonia di Chiusura e anche questa edizione di Venezia 82 potremo archiviarla.
Come dite? Pronostici? Eccoli.
La maledizione dell’inviato non perdona: dei 21 film in concorso ne ho visti 14, me ne mancano 7 (Jay Kelly, The Sun Rises on Us All, Elisa, Silent Friend, Duse, No Other Choice, Girl). Inevitabile: il prossimo Leone d’Oro uscirà da lì, dai magnifici sette che mi sono perso.
Le statistiche non contano nulla, quando di mezzo ci sono giurie, compromessi e premi da distribuire per salvare capre e cavoli. La voce del popolo spinge verso The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, ma la domanda è: basterà questo movimento collettivo a superare la realpolitik applicata al cinema?
Difficile azzeccare la spartizione finale, ma il mio augurio personale è che i vincitori escano da questa rosa: The Voice of Hind Rajab, À pied d’œuvre, Bugonia, Father Mother Brother Sister. Film solidi, che meritano di restare impressi anche oltre la passerella di Venezia.
Ancora poche ore e scopriremo chi avrà vinto davvero: i film, la Giuria… o la maledizione dell’inviato stanco, dolorante e irrimediabilmente sfortunato.