Con A House of Dynamite, Kathryn Bigelow torna a esplorare il terreno che le è più congeniale. Il risultato è un thriller politico asciutto, implacabile, che brucia come una miccia corta. Al cinema dall’8 ottobre e disponibile su Netflix a partire dal 24 ottobre 2025.

Trama
Quando un missile nucleare non identificato viene rilevato in rotta verso gli Stati Uniti, il Presidente e il suo team hanno solo diciannove minuti per capire chi ha lanciato l’attacco e decidere come reagire.
Tra tensione politica, caos militare e dilemmi morali, la corsa contro il tempo diventa una riflessione sulla fragilità del potere e sul prezzo delle decisioni irreversibili.

Recensione
Evitando l’enfasi e l’eroismo – non c’è spazio per patriottismi o musiche trionfali, ma solo per l’ansia collettiva che nasce quando l’errore umano può significare la fine di tutto – la Bigelow dirige un thriller adrenalinico con la precisione chirurgica che l’ha sempre contraddistinta. Ogni secondo è scandito come un battito cardiaco; ogni taglio di montaggio corrisponde a una decisione, a una perdita di tempo, a una nuova paura. La macchina da presa si muove con freddezza quasi documentaristica, ma sa cogliere i piccoli tremori nei volti dei personaggi, le esitazioni, i silenzi pieni di conseguenze.
A House of Dynamite è cinema politico allo stato puro: urgente, controllato, lucido fino al gelo. Un’opera che, nel suo rigore, rischia di diventare troppo cerebrale: l’emozione resta compressa, filtrata dalla procedura e dal linguaggio tecnico.
L’ultima mezz’ora, pur suggestiva, non riesce a eguagliare l’intensità iniziale e lascia qualche domanda sospesa, come se Bigelow preferisse l’ambiguità alla catarsi.






























