Presentato all’81esima Mostra del Cinema di Venezia, Babygirl è un thriller erotico diretto da Halina Reijn ed interpretato da Nicole Kidman. Un’opera che trae sicuramente spunto da film come “Unfaithful – L’amore infedele” e “9 settimane e ½” ma non ne possiede il loro fascino provocatorio.
Sinossi:
Romy (Nicole Kidman) è una donna di grande successo, una donna controllata, a capo di un’importante azienda di New York che si occupa di robotica e al tempo stesso è moglie e madre di famiglia. Il rapporto con il marito Jacob (Antonio Banderas) è solido ma insoddisfacente dal punto di vista sessuale. In ufficio incontra Samuel (Harris Dickinson), un giovane stagista che sembra capire i desideri più nascosti della donna ed assumerne il controllo. Ne nasce una relazione eccitante, in cui i due giocano sul filo del rasoio di una dinamica di potere ambigua.
Recensione:
Giocando apertamente sulle dinamiche tra potere e sesso, Babygirl vanta di molte scene sessualmente spinte, attraverso le quali la protagonista scopre sé stessa comprendendo i propri desideri sessuali. Un’opera dal design convenzionale che vorrebbe catturare qualcosa di genuino nell’esperienza erotica delle donne nell’era in cui detengono potere, ma che, purtroppo, non riesce nel suo intento.
In Babygirl manca qualsiasi approfondimento, e ne esce appiattita perfino qualsiasi dimensione sessuale. Manca la seduzione, la sana morbosità. In compenso, vi è molta ambizione e vi è molto coraggio da parte della Kidman per recitare in un film come questo. Il suo lavoro è uno dei suoi più audaci ed elettrici. Se le intenzioni sono tutte interessanti, lo sviluppo risulta invece sconfortante, cadendo perfino in (involontari?) momenti comici.