Sinossi:
Josh e Iris si sono conosciuti in un supermercato, di fronte al banco della frutta, dove Josh ha involontariamente fatto cadere tutte le arance: sono entrambi scoppiati a ridere è stato amore. Ora come coppia si recano alla villa sul lago del russo Sergey, dove ritroveranno altri amici come Kat, l’amante di Sergey, e la coppia gay composta da Patrick ed Eli. Molte cose infatti non sono come sembrano e Josh non è qui solo per godere di una vacanza romantica, anzi ha un piano – non proprio a prova di bomba – di cui fa parte, a sua insaputa, anche Iris.
Recensione:
Esiste il colpo di fulmine? La fidanzata perfetta?
Quando ascoltiamo la voce narrante Iris (Sophie Thatcher) rievocare il primo incontro al supermercato con Josh (Jack Quaid), sembra essere l’inizio d’amore da favola. Una favola divenuta una solida realtà quando la coppia bella ed innamorata si appresta a trascorrere un sereno week end con alcuni amici. Ma come ben sappiamo la perfezione non è di questo mondo. Irish così innamorata, accogliente ,disponibile è sì il sogno di ogni uomo. Ma la perfezione della donna è facilmente replicabile da chiunque possa permettere l’affitto del sex robot Irish. La verità su Iris è svelata contemporaneamente al cambio di genere dello stesso film. Da una commedia romantica infatti passa bruscamente al genere fantascienza con una venatura horror. Sarà il primo di tanti altri cambi di genere e stile che lo spettatore si gusterà durante la visione.
Companion si dipana drammaturgicamente con idee e tematiche non originali, ma che Drew Hancock ha saputo armonizzarli con intelligenza e creatività dentro una sceneggiatura complessivamente godibile quanto spiazzante. Companion è una storia d’amore, di possesso, dominio e tossicità nel rapporto tra uomo e donna, stavolta ai tempi dell’Intelligenza artificiale. Sophie Thatcher interpreta con bravura, personalità e credibilità il personaggio del robot Iris, scrivendo un nuovo capitolo sui robot in campo cinematografico. La dinamica di coppia tra Iris e Josh ben interpretato da Jack Quaid è un altro punto convincente del film, diventando un caleidoscopio dei problemi anche tragici che nascono sfortunatamente in una coppia. Ci si chiede se un computer, un robot possano un giorno avere un’anima, provare dei sentimenti. Il finale forse un po’ eccessivo ci fornisce da una parte un’inquietante risposta e dall’altra lo spettatore non può che apprezzarla come segno di ribellione alla vecchia e violenta società maschile.