Titolo : L’Orologiaio di Brest – Autore : Maurizio De Giovanni – Editore : Feltrinelli Editore – Data Pubblicazione : 21 ottobre 2025 – pagine 271 – prezzo : 19,00.
Trama:
L’Orologiaio di Brest è una vecchia foto dimenticata, rimasta fuori dall’album di famiglia. È il ricordo rimosso che riaffiora alla coscienza, la verità celata che sconvolge le vite e le rimette in prospettiva. Maurizio De Giovanni scrive il romanzo che non aveva mai scritto: una storia che interroga il rapporto tra colpa e innocenza, memoria e oblio, ma soprattutto il legame più indecifrabile di tutti — quello tra padri e figli.
Il romanzo si muove su due linee temporali distinte ma indissolubilmente connesse. Nel presente incontriamo Vera Coen, giovane giornalista determinata a scoprire “chi ha ucciso suo padre”, un delitto irrisolto degli anni Ottanta. La sua ricerca la porta al professor Andrea Malchiodi, e da quel momento la loro indagine personale si intreccia con la grande ferita collettiva del terrorismo italiano.
Il tempo si riavvolge fino agli Anni di Piombo, dove l’Orologiaio del titolo diventa metafora del tempo spezzato, e dell’uomo che, decenni dopo, tenta di riavviare gli ingranaggi della memoria.

Recensione – Un laboratorio narrativo in evoluzione
Maurizio De Giovanni tenta la sortita dalla sua comfort zone — quella dei fortunati personaggi seriali come il commissario Ricciardi o i Bastardi di Pizzofalcone — per cimentarsi in una nuova avventura letteraria. L’Orologiaio di Brest è un’ambizione pura, un romanzo che cerca di misurarsi con la grande Storia e con i dolori privati che la attraversano.
Il pregio più evidente è la forza evocativa con cui De Giovanni ricostruisce l’atmosfera degli anni Settanta e Ottanta. L’autore riesce a far rivivere quel clima di tensione, di ideali infranti, di colpe mai pienamente espiate. Figure come “l’uomo con i capelli lunghi” diventano simboli di un’epoca perduta, capaci di incarnare un’intera generazione sospesa tra speranza e disillusione.
La struttura del romanzo è solida ma complessa: come una cipolla, ogni strato che si leva ne rivela un altro, fino a un finale in cui tutti i pezzi si ricompongono. Vera Coen emerge come un personaggio forte e sfaccettato, rappresentazione di un giornalismo aggressivo ma vulnerabile, costretto a scavare dentro sè stesso tanto quanto nella verità che cerca.

I nodi narrativi: ritmo e intenzioni
Non mancano, però, alcune frizioni di ritmo. L’alternanza tra passato e presente rallenta la tensione iniziale, richiedendo al lettore una certa pazienza. Il romanzo sembra “disossarsi a metà”: non tanto per la mancanza dei personaggi seriali amati dal pubblico, quanto per la sensazione che L’Orologiaio di Brest sia una prova generale, un romanzo-pilota con cui De Giovanni esplora nuovi personaggi e nuove atmosfere.
L’impressione è che lo scrittore stia testando le fondamenta di una potenziale saga, e che questo libro rappresenti solo il primo ingranaggio di un orologio narrativo più grande.
Conclusione
L’Orologiaio di Brest non è forse la partenza più immediata rispetto agli esordi folgoranti delle precedenti saghe di De Giovanni. Tuttavia, è un romanzo coraggioso, stratificato e necessario per comprendere l’evoluzione del suo noir.
De Giovanni sceglie la complessità invece della consolazione, il dubbio invece della certezza.
Consigliato a chi ama le storie dense, i misteri che scavano nella memoria e gli autori che non temono di cambiare pelle.
Un libro imperfetto, ma vivo — come il tempo stesso che tenta di raccontare.
Dallo stesso autore : Sara al Tramonto
: Le parole di Sara incluso il racconto Sara che aspetta
: Sorelle
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