Titolo : Che succede a Baum?  – Autore : Woody Allen – Casa Editrice : La Nave di Teseo -Data di Pubblicazione : settembre 2025 – Pagine 184 – Prezzo 20,00

Libri
😩: Faticoso (vuoi sapere di più sul funzionamento? leggi la legenda)

  TRAMA :

​Asher Baum è un romanziere in crisi e un intellettuale ebreo di mezza età, afflitto da nevrosi croniche e da una profonda insoddisfazione. È pluri-divorziato e il suo terzo matrimonio con Connie è in rotta. La sua ossessiva gelosia si rivolge al fratello della moglie e persino al figliastro. Dopo essere stato scaricato dall’editore, Baum inizia a parlare da solo in pubblico. Quando scopre un segreto esplosivo sul suo matrimonio, si ritrova a dover scegliere tra la verità e il mantenimento di un precario equilibrio. Il romanzo è il ritratto di un uomo insoddisfatto, contraddittorio e pasticcione.

 

​Recensione:

​Leggendo Che succede a Baum?, il primo romanzo di Woody Allen, la prima cosa che si percepisce è la totale assenza di sorprese. Se da un lato è un punto a favore per i fan irriducibili, dall’altro è il principale limite strutturale dell’opera.

​1. Più Sceneggiatura che Romanzo

​La sensazione dominante è che il libro sia una sceneggiatura non girata. La struttura è quella di un lungo monologo interiore, brillante nelle battute e nelle dissertazioni filosofiche. Tuttavia, la scrittura manca della profondità che ci si aspetterebbe da un romanzo.

​Il risultato? La trama centrale – il segreto e la crisi matrimoniale – è debole e sfilacciata, servendo solo come innesco per le nevrosi del protagonista. Il lettore si interroga su quale sia il vero obiettivo narrativo dell’autore, se non quello di esporre l’ennesima satira esistenziale.

​2. Assenza di Novità Creativa

​Asher Baum è il “medesimo” personaggio nevrotico che Woody Allen ci propone da decenni. Troviamo il catalogo completo di tic e follie: l’ipocondria, l’ansia per la morte e la superficialità del mondo.

​In sintesi, non troviamo nulla di nuovo sul piano creativo. Che succede a Baum? è un perfetto prodotto di genere alleniano, ma senza le invenzioni o le sorprese che lo avrebbero distinto da un qualsiasi altro suo film (magari un po’ minore).

 

​3. Mancanza di Empatia

​Nonostante la sua arguzia, il personaggio di Baum fallisce nel creare un vero legame emotivo. La sua familiarità e la sua natura di “maschera” lo rendono prevedibile. Il lettore segue il pasticcione Asher, ma rimane a distanza, non scatta quella necessaria empatia che rende una storia indimenticabile. Ci si sente più come spettatori in platea che come lettori immersi nella vicenda.

Che succede a Baum? è un libro che si legge velocemente e divertirà i puristi della comicità nevrotica di Allen. È un elegante esercizio di stile, una chiusura di cerchio per l’autore stesso. Tuttavia, per chi cercava un esordio letterario audace o narrativamente ambizioso, l’opera risulta troppo familiare e debole nell’intreccio.

​Il quesito finale che assale il lettore è: “Ma che cosa succede a Woody Allen?”. La risposta è che, fortunatamente, è ancora qui a scrivere, ma con un mestiere che non evolve.

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