Liberamente ispirato al romanzo Gli squali di Giacomo Mazzariol, Squali, esordio al lungometraggio di Daniele Barbiero e presentato nella selezione di Alice nella Città, Panorama Italia, è un racconto di formazione con protagonisti Lorenzo Zurzolo, James Franco, Francesco Centorame e Ginevra Francesconi. Al cinema dal 16 ottobre.

Trama 

Max (Lorenzo Zurzolo) ha diciannove anni e un’estate da riempire di libertà, amicizie e promesse. È appena finita la maturità, e il mondo sembra spalancarsi davanti a lui, ma la realtà della provincia veneta pesa come una zavorra. Un giorno riceve un’email inaspettata da Robert Price (James Franco), un carismatico imprenditore americano che ha notato la sua app per orientare i giovani nella scelta universitaria. Quel contatto, apparentemente fortuito, cambia tutto: Max parte verso Roma, dove lo attende un universo nuovo, veloce, spietato. In un’estate che segna il confine tra adolescenza e vita adulta, Squali racconta la fame di futuro di una generazione che deve imparare a muoversi, sempre, per non affondare.

Recensione

Squali non ha l’urgenza di impressionare: preferisce osservare. Le inquadrature respirano lente, i dialoghi spesso si interrompono prima di dire tutto. È un cinema che sussurra invece di urlare, che lascia il non detto scivolare sottopelle. La provincia veneta diventa una terra sospesa, dove l’estate è lunga, calda e piena di attese. Roma, invece, è un miraggio, un movimento costante, un’illusione di possibilità.

Zurzolo regge il film con un equilibrio fragile e intenso: il suo Max è un ragazzo che sogna grande ma parla piano, e ogni esitazione diventa un frammento di verità. James Franco, nel ruolo dell’imprenditore americano, appare e scompare come un richiamo sirenico: la promessa del successo che si svela per quello che è un altro modo per perdersi.

Il film non idealizza i vent’anni, li osserva nella loro incertezza. Barbiero non ha paura del silenzio, e lo usa come strumento narrativo: le pause raccontano più delle parole, i gesti minimi disegnano il confine tra chi resta e chi parte. Il risultato è un buon prodotto, un’opera che funziona, che racconta l’impossibilità di restare fermi, anche quando la corrente spaventa.

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Federica Rizzo
Campana doc, Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione. Mi auguro sempre di fare con passione ciò che amo e di amare follemente ciò che faccio.

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