L’attachement è un film di Carine Tardieu con Pio Marmaï, Valeria Bruni Tedeschi, Vimala Pons, Raphaël Quenard, César Botti.
Trama
L’Attachement, diretto da Carine Tardieu, racconta la storia di Sandra (Valeria Bruni Tedeschi), una donna di cinquant’anni, indipendente e soddisfatta della propria vita solitaria. Tutto cambia quando la sua vicina di casa, Cécile, prossima al parto, le chiede di occuparsi per qualche ora del figlio Elliott.
Il destino prende una piega drammatica: Cécile muore durante il parto, lasciando il compagno Alex (Pio Marmaï), il piccolo Elliott e la neonata Lucille. Sandra, che non ha mai avuto né desiderato figli, si ritrova coinvolta suo malgrado nel dolore di Alex e nella crescita dei bambini.
Quello che inizia come un gesto di aiuto si trasforma in un legame profondo e inatteso. Sandra diventa una presenza stabile per Elliott e Lucille, mentre Alex cerca di ricostruirsi una vita e affronta la comparsa del padre biologico di Elliott. Tra lutto, nuovi amori e fragili equilibri, nasce una famiglia allargata tanto improbabile quanto autentica.

Recensione
“L’uomo propone, Dio dispone”… o, più laicamente, la vita a volte ci regala sliding doors capaci di cambiarci per sempre. Sandra, libraria femminista e convinta single, non ha mai avuto istinto materno. Ma l’incontro con Elliott e Lucille la trasforma: da donna solitaria a figura affettiva indispensabile, fino a scoprire una dimensione familiare che non pensava di desiderare.
Carine Tardieu costruisce una storia che parla di perdita e rinascita, di amore e resilienza. La sceneggiatura evita facili derive melodrammatiche, ma a tratti si indebolisce nel voler proporre un modello di famiglia “iperallargata” forse troppo moderno e poco realistico. Troppi adulti in scena, tutti incredibilmente accomodanti, riducono la tensione narrativa. Solo più avanti arriva un tentativo di conflitto – affidato al personaggio di Emilia (Vimala Pons), nuova compagna di Alex – ma la rottura sentimentale resta abbozzata, quasi sussurrata. Un contrasto che, per intensità, avrebbe fatto inorridire un regista come Gabriele Muccino.
Il vero cuore del film è Valeria Bruni Tedeschi. Perfetta nei panni di Sandra, calibra ogni passaggio emotivo: dall’ironia un po’ cinica della donna libera, al turbamento dell’affetto che cresce nonostante lei, fino alla tenerezza della maternità “involontaria”. Il resto del cast è solido: Pio Marmaï porta sullo schermo un Alex vulnerabile e credibile, mentre i giovani interpreti che danno vita a Elliott e Lucille conquistano con naturalezza e spontaneità.

Tardieu accompagna lo spettatore per due anni nella vita dei protagonisti, alternando momenti drammatici a scene leggere e quotidiane, mostrando come dal dolore possa nascere una nuova forma di felicità. Non sempre la regia riesce a bilanciare emozione e credibilità, ma il film colpisce per la sua sincerità e per il messaggio positivo che porta con sé.
Conclusione
L’Attachement è una visione consigliata: non perfetta, a tratti troppo conciliante, ma capace di raccontare con dolcezza come, anche dalla tragedia più dolorosa, possano nascere legami autentici e famiglie inaspettate. Valeria Bruni Tedeschi regala un’interpretazione di grande spessore, confermando che solo l’amore – in tutte le sue forme – può trasformare radicalmente una vita.



























