Elegia americana è l’autobiografia di J.D. Vance, pubblicata nel 2017 da Garzanti – pagine 255 – prezzo di copertina Euro 15,00
Trama
E È la storia vera di una famiglia bianca della working class americana, un tempo piena di sogni, oggi intrappolata nella ruggine e nella rabbia.
I nonni di Vance sono giovani, poveri e innamorati quando lasciano i monti Appalachi per trasferirsi in Ohio, inseguendo un’idea di futuro migliore. Ma quel sogno resta incompiuto. Il nipote, J.D., crescerà tra violenza domestica, povertà e un ambiente sociale degradato: una madre tossicodipendente, una sequenza di patrigni nullafacenti, vicini alcolisti che sopravvivono con i sussidi e maledicono il governo. In un’America interna dove la disoccupazione è alle stelle e l’abbandono scolastico è una regola, non un’eccezione.
Eppure, ciò che colpisce non è solo la vicenda personale: Vance racconta la sua storia con un orgoglio feroce, consapevole di appartenere a una comunità dimenticata. Un’America profonda, bianca, operaia, che ha votato in massa Donald Trump. Un’America che un tempo faceva girare le fabbriche e oggi guarda alla politica come ultimo appiglio per non affondare.
Recensione:
Di solito, un’autobiografia si scrive per tre motivi: quando una persona ha concluso il proprio percorso terreno, quando ha raggiunto la vetta della carriera, o per ragioni terapeutiche, come forma di catarsi. L’editoria tende ad accettare questi criteri, ma come sempre, esistono eccezioni.
Elegia Americana di J.D. Vance è una di queste. Pubblicata prima che iniziasse la sua ascesa politica, è diventata un bestseller internazionale e poi un film (uscito nel 2020, con Amy Adams e Glenn Close) molto prima che il suo autore diventasse, come oggi, vicepresidente degli Stati Uniti.
Quando vidi il film, mi colpì ma non mi spinse a leggere il libro. Farlo oggi, nel 2025, cambia tutto. Conoscere il Vance politico trasforma inevitabilmente la lettura: si riconoscono nella sua autobiografia molti degli elementi e delle idee che oggi costituiscono l’ossatura del progetto politico trumpiano-vanciano.
Attenzione però: J.D. Vance non è una fotocopia più giovane di Donald Trump. Viene da un’altra storia, da un’altra America. È figlio della povertà, cresciuto in un contesto in cui il fallimento sembrava già scritto. Elegia Americana racconta come sia riuscito, con forza di volontà e disciplina, a costruirsi un futuro radicalmente diverso.
È un libro che fa male. Perché è crudo, autentico, duro. Parla di famiglie rotte, madri tossiche, uomini violenti, bambini abbandonati a sé stessi. Ma parla anche di amore, di salvezze inaspettate – come quella nonna ruvida ma presente, che gli ha dato un tetto, dei pasti caldi e un minimo di stabilità. Più tardi, saranno i Marines e poi l’incontro con Usha, conosciuta a Yale e diventata sua moglie, a dargli gli strumenti per rinascere.
Elegia Americana è la storia di chi ce l’ha fatta, ma senza retorica. Non è un manuale di self-help. È il racconto, sincero e senza sconti, di una vita dura che poteva finire molto male, come tante altre nei villaggi dimenticati degli Appalachi.
Elegia Americana racconta l’America dei bianchi poveri, arrabbiati, rassegnati. Quelli che si sono lasciati andare all’assistenzialismo, che non credono più nella scuola, nel lavoro, nel futuro. Li descrive con disincanto, senza giustificarli, ma senza rinnegarli. Ne è parte, ne conosce ogni angolo, ogni scivolata.
E proprio per questo oggi, in politica, funziona: perché conosce entrambe le Americhe. Quella che sogna e quella che ha smesso di farlo.
Conclusione: perché leggere “Elegia Americana” oggi
Elegia Americana è un libro necessario per chi vuole capire gli Stati Uniti di oggi. Per chi si domanda perché Trump continua ad avere consenso, e perché il futuro – forse – si chiama J.D. Vance.
Leggere questa storia nel 2025 significa prepararsi, anche solo intellettualmente, a un’America che potrebbe ritrovarsi con un Presidente nato tra le colline del Kentucky, cresciuto nella povertà, forgiato nei Marines e oggi più vicino alla Casa Bianca che mai.
È una lettura che spiazza. Ma proprio per questo, tutti dovrebbero affrontarla. Prima che la politica di Vance diventi cronaca quotidiana.
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