Cinema
🤮 Biglietto: Neanche Regalato!

Bird è un film del 2024 scritto e diretto da Andrea Arnold, con : Barry Keoghan, Franz Rogowski, James Nelson-Joyce, Jasmine Jobson, Rhys Yates, Joanne Matthews, Frankie Box, Nykiya Adams, Jason Buda.

Sinossi:

Bird racconta la storia di Bailey (Nykiya Adams), che vive con suo fratello Hunter (Jason Buda) e suo padre Bug (Barry Keoghan) in uno spazio occupato nel nord del Kent, in Inghilterra. Dato che il padre non ha molto tempo da dedicare ai figli, Bailey decide di cercare quello che non ottiene da lui, ovvero attenzione, altrove, intraprendendo nuove avventure in solitaria.

Recensione

Bird è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2024 .
Fin qui tutto bene. Eppure qualcosa non torna.

Scrivo queste righe con il tono affettuoso di una lettera, immaginando di rivolgermi direttamente al direttore artistico Thierry Frémaux, con cui ormai, ogni anno, condivido questo appuntamento “epistolare” non richiesto ma, spero, atteso. Dopo un anno di pausa, torno a scrivergli per esprimere qualche perplessità su Bird, che ha trovato posto nel concorso principale.

Confesso di aver tentennato prima di mettere mano a questa recensione. Le prime impressioni internazionali erano entusiaste, accomunate da parole come allegoria della crisi sociale inglese e ritratto del disagio adolescenziale. Ma sarà che con le figure retoriche ho sempre avuto un rapporto complicato. Sarà che preferisco un panino al prosciutto a un piatto sperimentale da chef stellato. E sarà, soprattutto, che sento ancora le risate del pubblico del Lumière durante una scena (spoiler!) in cui uno dei personaggi si trasforma letteralmente in un uccello per salvare Bailey.

Caro direttore, esiste una figura retorica che nobiliti una risata così spontanea e fuori contesto? Temo di no. È stato in quel momento che la fragile possibilità di salvare il film è volata via, proprio come l’uccello in questione.

Comprendo il desiderio di Andrea Arnold di raccontare un disagio sociale e generazionale con uno sguardo diverso, emancipandosi dal modello di Ken Loach. Ma il rischio, quando si cerca di volare alto, è quello di schiantarsi. E Bird purtroppo inciampa proprio qui, in un mix incerto tra realismo sociale e incursioni fantasy che risultano più goffe che evocative.

La costruzione narrativa si basa su concetti fragili, su una famiglia disfunzionale e su una solitudine adolescenziale che, anziché commuovere, lascia spaesati. È sicuramente un limite mio, forse di elasticità mentale, ma pensare di raccontare una storia alla Loach aggiungendoci un personaggio-uccello mi ha fatto saltare dalla poltrona… e ridere insieme a tutta la sala.

Anche Franz Rogowski e Barry Keoghan, attori di talento e grande presenza scenica, si trovano incastrati in ruoli che sembrano più caricature che veri personaggi.

Certo, esistono molti modi per raccontare un coming of age, ma anche nella libertà artistica serve un equilibrio, un senso, un’empatia. Ecco, Bird non riesce mai davvero a creare empatia. Al massimo, strappa un sorriso imbarazzato.

Mi auguro che con Bird si sia concluso il ciclo di omaggi agli animali domestici nella selezione ufficiale. Perché se lo scopo del film era emozionare o far riflettere, personalmente mi ha lasciato solo perplesso.

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Roberto Sapienza
Non chiedete ad un nevrotico egocentrico  di scrivere la proprio bio. Sono Roberto Sapienza, sono un diversamente  ignorante. Leggetemi e forse capiremo chi sono

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