La prova della mia innocenza è un romanzo scritto da Jonathan Coe e pubblicato il 5 novembre 2024 da Feltrinelli- pagine 407 -prezzo 22,00
Trama:
Phyl è una giovane laureata in lettere, tornata a vivere dai genitori, frustrata dagli orizzonti ristretti della vita di provincia inglese e da un orrido lavoro in un ristorante giapponese all’aeroporto di Heathrow. Oltretutto i suoi progetti di diventare una scrittrice non stanno andando da nessuna parte. Almeno fino a quando non si presenta a casa un amico di vecchia data della madre, Christopher Swann con la figlia adottiva Rashida, della quale Phyl diventerà grande amica. Chris racconta che sta indagando su un oscuro think tank, il Processus Group, fondato a Cambridge negli anni ottanta e costituito da un gruppo di fanatici che vuole spingere il governo sempre più a destra. L’immaginazione di Phyl si accende e la ragazza inizia a scrivere quello che sembra un tipico giallo anglosassone. Intanto, mentre la Gran Bretagna si ritrova sotto la guida di Liz Truss, che durerà solo sette settimane, Chris porta avanti la sua inchiesta e si reca nel cuore del Paese, nelle Cotswolds, dove si tiene un convegno utile alla sua ricerca. Quando Phyl viene a sapere di una morte misteriosa, di colpo vede la vita reale confondersi con il romanzo che sta tentando di scrivere. Ma la soluzione si trova veramente nella politica contemporanea o in un vecchio enigma letterario? Con un linguaggio complice e arguto, mescolando vicende private alla storia recente dell’Inghilterra, Jonathan Coe ci regala un romanzo complesso, ironico, coinvolgente ed estremamente attuale.
Recensione:
La prova della mia innocenza è la mia prima volta con Jonathan Coe. Un debutto che aspettavo coinvolgente, ma che si è rivelato più faticoso del previsto.
Siamo nell’Inghilterra del 2022, tra la morte della regina Elisabetta II e il fugace governo di Liz Truss. Coe sceglie un periodo cruciale per raccontare non solo una storia, ma anche una nazione che cambia. La struttura è originale: Prologo, poi tre parti (Visto, Detto, Risolto), e un Epilogo datato 27 febbraio 2024.
L’autore costruisce una matrioska narrativa: un giallo dentro altri gialli, romanzi scritti dai personaggi stessi. Il lettore si trova coinvolto in un gioco sottile, dove nulla è come sembra.
Coe mescola thriller e satira politica. Lancia uno sguardo critico sull’Inghilterra dalla Thatcher alla Brexit, passando per le crisi dei Conservatori. Ma il ritmo lento, i continui cambi di prospettiva e una certa dispersione narrativa complicano la lettura.
Ammetto di essere caduto nel tranello: attratto dall’idea, deluso dall’esecuzione. Il talento c’è, ma non basta a dare al romanzo un’anima forte. A chi si rivolge questo libro? Non ho trovato una risposta chiara.
In conclusione, La prova della mia innocenza è un esperimento interessante, con spunti intelligenti e colpi di scena ben piazzati. Ma resta la sensazione di una storia che poteva dare di più.