Quello che so di te è un romanzo di Nadia Terranova, pubblicato da Guanda il 14 gennaio 2025, 261 pagine, €19,00)
Trama:
C’è una donna che, guardando per la prima volta la figlia appena nata, capisce una cosa precisa: da ora in poi non potrà più permettersi di impazzire.
La follia, nella sua famiglia, non è un concetto astratto. Ha un nome: Venera.
Una bisnonna che ha sempre abitato i suoi sogni, ma di cui sa poco. Chi era davvero? Cosa è successo il giorno in cui è stata internata al manicomio Mandalari di Messina?
Per capirlo, bisogna scavare nella Mitologia Familiare. Ma la memoria può mentire, confondere, cambiare le cose.
Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini: padri forti, fragili, presenti o in fuga.
Per raccontarli tutti, bisogna tornare indietro, a Messina, nei luoghi del dolore e della memoria. E provare a distinguere tra verità, bugie, ricordi, psichiatria e racconti tramandati.
Nadia Terranova ci regala un romanzo intimo e intenso, che ci fa riflettere su cosa sia la memoria – personale e collettiva – e su come affrontarla per capire chi siamo.
(foto di Matteo Casilli)
Recensione
Un terapeuta, anni fa, mi disse una frase che non ho mai dimenticato:
La parola matto lasciala perdere. Sono le persone normali che mi preoccupano di più.
Credo che prima o poi tutti sentiamo il bisogno di capire davvero chi siamo.
E spesso la risposta, o almeno una parte di essa, si trova nel passato. In quello dei nostri genitori, dei nonni, degli antenati.
E forse questo bisogno si fa ancora più forte quando si diventa genitori.
Una madre, con un figlio tra le braccia, si promette di proteggerlo sempre. Anche da sé stessa.
Nadia Terranova, autrice che non conoscevo prima, con Quello che so di te ha deciso di fare un viaggio dentro la memoria, per curare delle ferite e per non perdersi mentre cresce sua figlia.
È un libro che si legge come un sogno, come un racconto interiore. Un cammino in cui si mescolano verità e immaginazione, ricordi e invenzioni.
L’autrice cerca risposte sulla figura della sua bisnonna, Venera, che secondo la storia di famiglia è morta in manicomio a Messina dopo aver perso una figlia, Giovanna.
Ma la memoria familiare, si sa, spesso mescola le carte.
A essere sincero, però, lo stile scelto da Terranova non mi ha coinvolto del tutto.
L’ho trovato molto centrato su sé stessa, e questo a volte rende difficile al lettore entrare in contatto con i personaggi, con le emozioni, con la storia.
Il ritmo non è sempre fluido. Alcuni passaggi sono lenti, altri confusi. La struttura narrativa è un po’ caotica, e non sempre è chiaro dove voglia portarci l’autrice.
C’è da dire che il libro è scritto con cura. Si vede che dietro c’è un grande lavoro e una forte partecipazione emotiva.
I temi trattati – la famiglia, la maternità, la malattia mentale – sono importanti e delicati, e affrontarli non è semplice.
Forse, con uno stile più lineare e meno complesso, il romanzo sarebbe arrivato più diretto al cuore del lettore.
Alcuni momenti immaginari e di finzione mi sono sembrati un po’ forzati, e hanno tolto forza all’emozione.
In conclusione, Quello che so di te è un romanzo intimo, profondo, ma anche un po’ freddo e distante.
A volte la semplicità, nella scrittura, aiuta a creare un legame vero con chi legge.
Perché il lettore, anche se non ti conosce, è lì per ascoltarti. Se lo prendi per mano con sincerità, ti seguirà. E magari ti abbraccerà