Se i gatti potessero parlare è un romanzo di Piergiorgio Pulixi- 📚 Marsilio Editore – 25 marzo 2025 – 351 pagine – €16,00
Trama
La libreria Les Chats Noirs di Marzio Montecristo è stata scelta per un evento insolito: diventare una “libreria galleggiante” a bordo di una crociera intorno alla Sardegna. A bordo ci sarà anche lo scrittore di gialli Aristide Galeazzo, che scriverà in diretta i capitoli finali del suo nuovo romanzo, Maestrale di sangue. A ogni tappa nei porti, lettori saliranno per assistere a presentazioni e ricevere una copia autografata. Un’idea di marketing ispirata chiaramente ai classici del giallo, con cui l’editore cerca di creare attenzione.
Montecristo, però, non è affatto entusiasta: odia Galeazzo e non ama le esibizioni pubbliche. Ma la libreria ha bisogno di visibilità e vendite, quindi accetta di imbarcarsi, insieme all’ispettore Caruso, ai suoi due gatti (Miss Marple e Poirot) e alla solita dose di sarcasmo. Quello che sembra un viaggio promozionale tranquillo prende una piega inaspettata: a bordo viene commesso un omicidio. Nessuno può scendere. I sospetti aumentano, l’atmosfera si fa pesante. Montecristo dovrà usare tutta la sua esperienza da lettore di gialli per scoprire la verità.
Recensione
Non ho gatti, e nemmeno simpatia per loro.
Non conoscevo Pulixi prima di questo libro.
Eppure qualcosa , il titolo, forse mi ha incuriosito. E ho fatto bene.
Se i gatti potessero parlare è un giallo che si legge con piacere. Non troppo serio, ma nemmeno sciocco. Pulixi ci racconta il mondo delle librerie, dei tour promozionali pieni di apparenze, di editori in cerca di hype e scrittori troppo pieni di sé. Un circo editoriale dove la sostanza spesso viene dopo l’immagine.
A osservare tutto con ironia c’è Marzio Montecristo, libraio scontroso, che non sopporta i clienti ignoranti, odia i social, i colleghi entusiasti e perfino i propri gatti. Ma è proprio questo suo essere sempre sul punto di esplodere a renderlo un personaggio interessante. Dietro la facciata ruvida, nasconde intelligenza e un certo cuore (anche se non lo ammetterebbe mai).
I due gatti, Miss Marple e Poirot, sono parte della storia. Non parlano, ovviamente, ma osservano, agiscono, aiutano. Sono gli unici a sopportare davvero Montecristo, forse persino più della dipendente Patricia, che spesso deve minacciare le dimissioni per calmarlo.
Il romanzo si divide in due parti: una prima a terra, dove si ritrovano i personaggi e si capisce come sono cambiati dopo la prima avventura (che io non ho letto, ma non è un problema), e una seconda sulla nave, dove parte il vero giallo. L’indagine è costruita in stile classico, alla Agatha Christie, ma con un ritmo più moderno e un linguaggio semplice.
La storia si segue bene, con qualche svolta prevedibile ma anche buoni colpi di scena. Il finale si risolve grazie al fiuto dei due gatti e all’intuito del protagonista, che dimostra di sapere riconoscere una buona storia criminale quando la vive.
Conclusione
Se i gatti potessero parlare è un giallo leggero e piacevole, con un protagonista fuori dagli schemi e una buona dose di ironia.
Una lettura adatta a chi cerca un mistero con un tocco diverso, e non si prende troppo sul serio.
Anche se non amate i gatti, dategli una possibilità