Dopo quasi due decenni dall’uscita di 28 settimane dopo, Danny Boyle torna a dirigere un nuovo capitolo della saga che ha reinventato il genere zombie nei primi anni 2000. 28 anni dopo è da oggi nei nostri cinema. Tra gli interpreti Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes e il giovanissimo Alfie Williams.

Trama

Sono trascorsi 28 anni dal primo scoppio del Virus della Rabbia che ha decimato la popolazione britannica. Il mondo non è riuscito a contenere il contagio: il virus si è diffuso lentamente, in modo intermittente, mutando nel tempo. Ora, la civiltà come la conoscevamo è crollata. Alcuni paesi vivono in quarantene perpetue, altri sono completamente isolati. Il film segue il dodicenne Spike (Alfie Williams) mentre lascia la sicurezza della isolata comunità di Holy Island – una porzione di terra collegata alla terraferma del Regno Unito solo da una strada rialzata dovuta alle maree – per esplorare ciò che si trova oltre l’unica casa che abbia mai conosciuto. Aaron Taylor-Johnson e Jodie Comer interpretano i genitori di Spike, Jamie e Isla, mentre Ralph Fiennes interpreta il Dr. Kelson, un misterioso sopravvissuto che Spike incontra durante i suoi viaggi.

Recensione

28 anni dopo è un sequel diretto che riesce a essere fedele allo spirito originale, aggiornandolo però con una sensibilità moderna e tematiche più mature. Boyle recupera l’estetica cruda e realistica del primo film, accentuata da paesaggi desolati e una fotografia desaturata che restituisce un’Inghilterra devastata. L’uso del digitale – volutamente sporco e instabile – crea un senso costante di instabilità e terrore. Jodie Comer e Aaron Taylor-Johnson interpretano due nuovi protagonisti che incarnano il conflitto tra sopravvivenza e speranza. La performance della Comer è particolarmente intensa, soprattutto quando si confronta con le ferite ereditate da un mondo che non è mai guarito.

Il film esplora le conseguenze sociali del contagio su scala globale, suggerendo uno scenario post-pandemico in cui le istituzioni sono collassate e la fiducia tra gli esseri umani è ridotta a brandelli. 28 anni dopo è un sequel maturo, viscerale e malinconico. Non punta tanto sul body horror quanto sull’angoscia esistenziale. Un’opera che lascia spazio a una riflessione profonda sulla sopravvivenza, il tempo e ciò che ci rende umani.

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Federica Rizzo
Campana doc, Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione. Mi auguro sempre di fare con passione ciò che amo e di amare follemente ciò che faccio.

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